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SCIOPERO DELLA SCUOLA: NO AL SOVRANISMO REGIONALE!

DiGiuliano Monari

Mag 17, 2019


A BOLOGNA SGB INCONTRA LA GIUNTA REGIONALE

Molti lavoratori della scuola non hanno dato credito a chi gli diceva di “sospendere” lo sciopero, solo perché aveva firmato uno scambio tra una pace sociale in vista delle elezioni ed un vuoto accordo, fatto solo di promesse.

Oltre alle condizioni economiche e all’insicurezza lavorativa per i precari, a spingere molti insegnanti e ATA ad aderire allo sciopero di oggi è stata la proposta di autonomia differenziata che vorrebbe indebolire ulteriormente il potere contrattuale dei lavoratori, mettere definitivamente nelle mani di politici e speculatori l’istruzione pubblica.

I sindacati di base hanno mantenuto lo sciopero e sono stati tantissimi coloro che, oltre a scioperare, sono scesi in piazza per dimostrare la propria contrarietà all’ennesimo attacco allo Stato sociale di questo paese. A Torino la Cub ha tenuto un sit in davanti all’Ufficio Scolastico regionale, a Bologna Sgb, Cobas e Cub sono stati in presidio davanti alla sede della giunta regionale e a Roma gli stessi sindacati di base hanno manifestato davanti a Montecitorio.

A Bologna una delegazione sindacale ha avuto un incontro con una rappresentanza della giunta regionale durante il quale ha chiesto il ritiro totale della proposta di regionalizzazione ed ha chiarito che lo sciopero di oggi è solo l’inizio di una mobilitazione che riguarderà d’ora in avanti tutte le categorie dei lavoratori, già duramente provate dai precedenti processi di “delocalizzazione” del bene pubblico agli enti locali e agli speculatori privati, come nei casi di sanità e trasporti.

Siamo di fronte infatti ad una sorta di sovranismo regionale attraverso il quale i diritti e le condizioni dei lavoratori verrebbero ulteriormente parcellizzate e quindi indebolite

I rappresentanti della giunta regionale hanno replicato rimarcando che la bozza d’intesa tra Emilia Romagna e Governo, a differenza di quelle di Lombardia e Veneto, non interessa gli organici ma una gestione diversa della spesa statale per le scuole pubbliche situate nella regione. 

La delegazione sindacale ha fatto presente che il sindacalismo di base che oggi ha scioperato ed è sceso in piazza nelle principali città del Paese respinge qualsiasi ipotesi di “costo standard” perché una simile filosofia contabile è servita solo, in altri settori, ad aumentare il divario tra le regioni e ad un generale livellamento verso il basso di salari e diritti per tutti. 

Il sindacato SGB rifiuta qualsiasi logica distintiva tra regionalizzazione buona o cattiva e conferma la mobilitazione fino al totale e definitivo ritiro della bozza d’intesa tra regione e governo.