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Fibra ottica: la dura legge delle italiche difficoltà

DiGiuliano Monari

Ago 1, 2016
L'esterno della Bocciofila di Cento, sede anche del Circolo della Stampa
L’esterno della Bocciofila di Cento, sede anche del Circolo della Stampa

DI Marco Cevolani

In questi giorni si fa un gran parlare della fibra ottica, tanto i nostri amministratori locali che il governo centrale puntano su di essa per lo sviluppo del paese e delle nostre città. Purtroppo però le buone intenzioni vanno a cozzare con la dura realtà dei fatti.

Al circolo della stampa vorremmo installare la fibra ottica. Ci troviamo al civico 100 di Via Ugo Bassi e la centralina con tanto di cappuccio rosso è dall’altra parte della strada; inoltre dalla centralina è già stata fatto uno scavo che pare portare il cavo proprio alla palazzina della bocciofila (i nostri uffici sono sul retro.)

Al primo giro, proprio mentre stiamo tentando di compilare i dati del form presente sul sito della Telecom (non senza qualche difficoltà dato che dopo un po’ il sito si blocca e fa ripetere daccapo la registrazione) riceviamo la telefonata di un’operatrice Telecom che ci propone tariffe migliori rispetto a quelle presenti sul sito e noi accettiamo di buon grado, solo che per far partire il tutto dobbiamo dire che siamo al civico 98, dato che il 100 parrebbe non essere raggiunto dal servizio, cosa smentita dalla nostra ricerca sul sito proprio della Telecom. In ogni caso tutto va a buon fine e la settimana seguente riceviamo la telefonata che ci preavvisa dell’arrivo del tecnico Telecom che puntuale si presenta dopo un paio di giorni con tanto di modem.

Accortosi del fatto che per una nuova linea gli serve una mano, telefona in azienda e dopo un po’ ci viene detto che il lavoro sarà fatto da una ditta esterna che ci contatterà la settimana successiva per l’appuntamento. Passa una settimana e dato che non abbiamo notizie ritelefoniamo alla Telecom ma scopriamo che della nostra richiesta non vi è alcuna traccia (in effetti durante la lunghissima telefonata con l’operatrice di cui vi abbiamo accennato sopra non ci viene detto alcun numero di pratica e noi, sbagliando, non lo chiediamo). Rifacciamo la richiesta e dopo un altro paio di giorni viene un tecnico, questa volta non Telecom dato che non ha la divisa, e dopo un veloce sopralluogo ci informa che non c’è la possibilità di portare i cavi per una nuova linea in ufficio attraverso magari una canalina esterna e che bisognerebbe passare per il tubo dove passa la linea telefonica della bocciofila, cosa però impossibile dato che non è largo abbastanza: se vogliamo la fibra dobbiamo fare noi i lavori di scavo, trapanazione o compagnia cantando.

Si è abituati a dire che il pubblico è una cosa elefantiaca, ma se le “menate” le fa un’azienda che dovrebbe invece essere a caccia di nuovi clienti….

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