L’errore di non volere capire il proprio tempo!
Una “ripresa” come invischiata in una sorta di “logica da coperta corta”,
Economia,Finanza,Risorse, leve per risolvere o solo per tamponare?:
da perderci il sonno! E’ pur vero che se la nave affonda occorre mettere
in salvo e occorre capire per prevenire:il nostro tempo sembra averci portato proprio a questo punto, cioè dover gestire contemporaneamente urgenza e cambiamento, alla ricerca di una quadratura dalle tante implicazioni non note perché non affrontate a tempo debito come avrebbe e dovrebbe essere stato!
Non si tratta di piangere sul latte versato, si tratta di capire ciò che non è mai stato tanto urgente (per l’oggi) e vitale (per il futuro) capire:superare una
gestione inadeguata e chiusa in particolarismi,dunque,alla luce dei fatti,
non funzionale ad un mondo ormai un sistema unico di vasi comunicanti.
Se eventi in grado di sovvertire intere realtà socio-economiche radicalmente,
hanno poi, in definitiva, sortito il solo effetto di spostare il potere “da qui a li”,
se, come ai tempi dei vassalli e dei gabellieri del Papa, per tamponare incapacità soprattutto gestionali, ci si rivolge ancora oggi a chi non è mai
stato coinvolto “prima” e prima di tutto con l’ esempio, se tutto questo
autoconservarsi ha comunque portato all’ oggi, precario e dal dubbio futuro
per tanta gente, cosa dovrebbe ancora succedere per cambiare registro?
Spesso si dice, evidenziando una confusione di fondo per superficialità
o per comodità, “l’ uomo è fatto così, non cambierà mai, è nella sua
natura”: la Natura, la quale vive e sopravvive in virtù delle sue insite
diversità e di cui l’ uomo fa parte, regola la propria socialità applicando
l’ istintiva “legge del più forte”, funzionale alla sua finalità, cioè selezionare
e definire via via specie biologiche, tipologie vegetali e conformazioni
ambientali, le più idonee e confacenti: ma l’ uomo?Chi o cosa potrà
svegliarlo e fargli prendere coscienza, finalmente, che la sua lotta per la
sopravvivenza in ambito naturale è stata già da mo’ vinta?E che, se non
sarà per l’ arrivo dei marziani, potrebbe dedicarsi all’ ottimizzazione del proprio sopravvivere, insieme ai propri simili e in equilibrio con ciò che lo
circonda, ad una sola condizione: risolvere l’ ansia schizofrenica di voler vivere usufruendo del sociale con l’ istinto prevaricatore dell’ animale
ancora “solo” animale: ma non è lui “l’ er mejo” del creato?
Amico, fratello, somaro ed illuso uomo, quale potrà mai essere la sorte di una specie follemente rivolta contro sè stessa?
Cambiare per risolvere socialmente (cioè per la sopravvivenza di tutti),
sarebbe una news assoluta nell’ ottica gestionale umana, succube della
“legge di mercato”, moderna evoluzione della “legge del più forte”!
Oggi come non mai sono maturate acquisizioni esperienziali e culturali
illuminanti, a volerlo vedere, per la definizione di una confacente mentalità
gestionale: madre e non matrigna, in grado di educare e costruire un contesto
coinvolto ed evoluto nel quale e per il quale vivere non sia solo un frutto
da raccogliere ma una pianta da preservare in virtù di una diffusa e acquisita
coscienza dell’ insieme: sarà la volta buona?(anche perché, quale alternativa?)
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