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LETTERA AL DIRETTORE: Una disamina lucida sui ‘governanti locali’

DiGiuliano Monari

Giu 23, 2020

Egregio Direttore, 

Senza tirare per forza in ballo filosofi e pensatori antichi che sul buon governo dibatterono a lungo (anche se ogni tanto parrebbe il caso di consigliarne la lettura ai vari politici o sedicenti tali), le ultime esternazioni dei nostri governanti locali (presenti e passati), su questa testata (che ha il merito di dare voce a tutti e di esporre con garbo gli argomenti cari alla nostra Cento), fanno francamente cadere le braccia.

Da un lato l’attuale Sindaco, che il 29 maggio scorso in occasione degli 8 (diconsi otto) anni dal terremoto che ci ha sconvolto, ha tenuto una sorta di estemporanea conferenza stampa nella quale ha esposto quanto fatto e quanto ancora da fare per questa disastrata città. 

Dall’altro i precedenti sindaci Lodi e Tuzet, in rigoroso ordine alfabetico, che hanno colto l’occasione, Lodi da un lato di criticare la gestione Toselli e Tuzet, Tuzet di criticare la gestione Lodi, anche con palesi cadute di stile (“paffuto ragazzotto” è una connotazione del personaggio Lodi offensiva e fine a sé stessa).

Chi rimane in mezzo a tutto questo teatrino?

Noi cittadini.

Noi cittadini che sinceramente ci siamo stufati di proclami relativi a opere e non siamo più ulteriormente suggestionabili.

Noi cittadini che vediamo passare il tempo invano.

La conferenza del 29 maggio di Toselli ci riporta ancora promesse, novità, sogni nel cassetto: ma la realtà dei fatti è quella sotto gli occhi di tutti. Il centro storico langue, le frazioni sono abbandonate. 

Invece di promettere il recupero di Porta Pieve, con l’aperture di nuovi spazi (ma ne abbiamo davvero bisogno?) non sarebbe meglio fare piccole cose ma farle bene e dare la percezione che c’è la volontà di attuare un percorso di risanamento di quello che già abbiamo senza promettere opere faraoniche?

Che senso ha promettere una pista ciclabile in Via Santa Liberata quando abbiamo le strade comunali in condizioni disastrose? Quando abbiamo da un anno la passerella ciclopedonale Cento-Pieve inagibile? Quando abbiamo gli unici due ponti che ci collegano a Bologna ridotti in condizioni penose (e con loro le relative strade di collegamento)?

Che senso ha promettere nuovi spazi (magari come per Porta Pieve accedebili solo ai non portatori di handicap) quando, per fare un esempio, in tanti anni (almeno dal 2013) pur a fronte delle segnalazioni fatte da tutti gli impiegati dell’Agenzia delle Entrate, non c’è stata la possibilità di offrire alla stessa uno spazio e scongiurarne la chiusura? L’agenzia delle entrate era un punto nevralgico per la nostra città e per il nostro territorio, perché nessuno si è mosso? E qui tiro in ballo politica associazioni e professionisti.

Che senso ha impegnarsi nei lavori del palazzetto quando sarebbe stato meglio impiegare quei denari per la cultura, ad esempio per la biblioteca (che pare rimarrà ancora così, impolverata e mezza rotta ancora per anni), per il teatro, per la pinacoteca? 

Quello che pare mancare in fondo, a fronte del solito fantasma della burocrazia agitato sullo sfondo per giustificare lavori che non partono mai (ma del resto fu la Regione stessa a concentrare gli sforzi post terremoto sul recupero dell’edilizia provata, con le risapute storture verificatesi, cfr ripristino di abitazioni ridotte a ruderi da molti anni prima del terremoto), è l’idea che chi governa sia obbligato ad AMARE ciò che governa.

A prescindere dall’appartenenza politica dal 2021 avremo bisogno di un sindaco che ami Cento, di uno che “ci sia”. Uno che incontri in piazza. Uno che vada a battere i pugni sui tavoli istituzionali e che dica con coraggio che non è possibile lasciare allo sbando una città di 35000 abitanti. Che faccia poco magari ma che lo faccia. Che porti gli uffici comunali in un solo punto, che tenga alla viabilità (scusate se insisto, ma mancano pochi anni alla scadenza quinquennale dei lavori “provvisori” sul ponte nuovo, cosa stiamo aspettando???), che elimini le tante situazioni di degrado esercitando pressioni anche sui proprietari privati (mi viene in mente l’area ex Pesci, piuttosto che la ex super utensileria, mi viene in mente l’ex caserma dei carabinieri, l’area dietro il White park..). Un sindaco che vieti di consumare ancora suolo per nuovi spazi commerciali ma che valorizzi quello che abbiamo. Un sindaco che valorizzi insomma il patrimonio del Comune. Abbiamo una Rocca fantastica. La torre è un tesoro nascosto. Perché a Vignola la Rocca si può visitare interamente e qui invece è in parte un covo di piccioni? Abbiamo bisogno che anche chi non governerà faccia squadra. Ma mi domando: è tanto difficile tutto ciò?

Grazie per aver letto questo articolo…

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