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Lettera in Redazione: “Toselli perchè?”

DiGiuliano Monari

Mag 9, 2016

Come sarebbe se, a un mese dalle elezioni, il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, si presentasse con una lista civica a Bologna, dicendo che la sua è la candidatura ufficiale del centro sinistra? Probabilmente qualcuno la riterrebbe una cosa fantasiosa, o potrebbe chiedersi cosa conosca di san Petronio chi si è occupato fino a quel momento degli Uffizi, oppure, con un po’ di malizia, la domanda potrebbe essere: ma deve proprio venire da Firenze qualcuno capace di riunire le varie anime della sinistra felsinea? Bene; per osservare questa bizzarra trama non occorre andare lontano, basta osservare la cronaca centese di questi giorni, perché nella città del Guercino è arrivata, buona ultima, la proposta politica di Fabrizio Toselli, tuttora sindaco di Sant’Agostino; questi, evidentemente senza timore di suscitare qualche domanda sull’opportunità della sua scelta, inaugura la sua campagna elettorale all’insegna di uno scopo (a detta sua) preciso e senza ambiguità: unire il centrodestra centese nella sfida a Piero Lodi e al PD. Visto da Ferrara, e a quanto pare anche da Cento, oltre alle domande precedenti, ci si chiede se davvero serviva l’ex primo cittadino di un altro comune, non si capisce bene invitato da chi, per consentire l’alternanza nella città più ricca e industrializzata della provincia. Fatte salve alcune civiche locali, il centrodestra centese infatti è già sul campo con un suo candidato non da giorni, ma da mesi. Cosa può dire di nuovo o di diverso Toselli? Era davvero indispensabile il suo arrivo da sant’Agostino per dare lo sprint vincente contro la sinistra centese? In realtà quel che avviene in questi giorni, più che un canovaccio di una fiction fantapolitica, ci pare una trama già vista e nemmeno troppo tempo fa: è già accaduto che a Cento si presentassero candidature “estrose” a campagna elettorale abbondantemente iniziata, e la loro utilità non fu tanto quella di aiutare a vincere lo schieramento per cui (a parole) si presentavano, ma di dividerlo e portarlo alla sconfitta. Magari non sarà questo il caso, ma due indizi fanno una prova e Giulio Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca …

Andrea Rossi

Ferrara