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PARTECIPANZA: “UN SERMONE SENZA VIA D’USCITA” la risposta di “LA CASA DEL PARTECIPANTE” e “PARTECIPANZA ATTIVA” al Presidente dell’Ente

DiGiuliano Monari

Giu 25, 2020


Leggendo il comunicato a firma del solo presidente abbiamo compreso ancor più chiaramente perché la divisione non ha ancora avuto luogo.

Troppo comodo dopo un anno dall’insediamento della Sua maggioranza accusare la precedente amministrazione se le divisioni hanno subito un notevole ritardo… Ci vuole ancora tempo? Ma quanto? Analizzando bene l’iter da Lei seguito balza agli occhi come ci sia stato il mancato rispetto di coloro che Lei definisce “quei partecipanti che si ricordano dell’Ente solo in occasione… o nell’anno della Divisione … a riscuotere l’obolo”. Solo per ricordarle che anche coloro che si presentano ogni 20 anni per “riscuotere l’obolo” sono Capisti a tutti gli effetti ed aventi pieni diritti in quanto legittimi proprietari di quel bene indiviso tramandato da secoli dai nostri genitori… Le divisioni si completeranno solo nel momento in cui gli attuali 1800 aventi diritto verranno tutti rispettati allo stesso modo… Ma sembra che Lei abbia a cuore solo una parte di Capisti (i conduttori) mentre gli “opzionasti” li ha messi all’angolo, MAI INTERPELLATI, però con il dovere di partecipare ai costi gestionali delle divisioni… Lei ha perso un anno dietro a pareri legali (tra l’altro costi pagati da TUTTI I CAPISTI) nel merito della “opzione” e non ha mai ascoltato le voci provenienti dai banchi dell’opposizione che indicavano i veri problemi delle “opzioni” e i suggerimenti per superarli… I Suoi silenzi di quest’anno la dicono lunga sulla incapacità di arrivare a chiudere in maniera equa e decorosa le divisioni… E non ci faccia il discorso della bramosia di poltrone quando fra alcuni di coloro che la sostengono è ben chiaro l’obiettivo “poltrona”…
La replica parte da riferimenti biblici, difende chi non c’entra (mai richiamato il personale interinale, semplice esecutore di ordini), accusa coloro che sono stati tra i protagonisti dei fatti che lo hanno portato alla elezione di presidente, ed ancora accusa una parte della sua maggioranza coinvolta nel precedente governo.
Assolve solo se stesso e chi non c’era, ma elogia l’operato del segretario dirigente, che è in quel ruolo da oltre 35 anni, per poi concludere: “Ora tutto è possibile”.
Un sermone da “povero curato di campagna” senza via d’uscita, senza soluzioni, senza idee su cosa fare.
Alcuni numeri e la soluzione del problema la suggeriamo noi, come già indicato nella mozione.
Il consiglio, rinnovato dalle ultime elezioni del maggio 2019, è formata da 13 consiglieri già presenti in quello precedente e 5 di nuova nomina, ma due di questi già presenti in un recente passato, con soli tre novizi.
L’attuale maggioranza è formata da 11 consiglieri, 4 dei quali facevano parte del precedente governo (uno di questi era vicepresidente), mentre 5 erano all’opposizione e 2 di nuova nomina, di cui un novizio.
L’attuale opposizione è formata da 7 consiglieri, 4 dei quali facevano parte del precedente governo, ma due di essi erano usciti dalla maggioranza, formando quell’opposizione che portò al commissariamento, e 3 di nuova nomina, di cui due novizi.
Quindi, sulla scacchiera c’è stato un notevole rimescolamento di posizioni, con una sola unica costante: il segretario .
I fatti sono che 1.093 capisti non si sono visti assegnare il capo e non hanno ricevuto la quota di denaro proposta come “opzione” da questa amministrazione, mentre i 212 capisti che hanno richiesto il capo alla ventura non hanno ricevuto una assegnazione definitiva del medesimo e si sono visti recapitare una falsa certificazione con cui sono concessionari del terreno dal 1°novembre 2019; attestazione assolutamente non veritiera, perché i più hanno avuto una ambigua preassegnazione dall’aprile del 2020.
I fatti sono che oltre 744 ettari di terreno sono stati trattenuti dalla divisione ed affittati per liquidare l’opzione in denaro e che detta opzione, come prospettata, non può essere liquidata in base alle promesse fatte all’atto della iscrizione.
Poiché la Partecipanza non ha più la terra perché affittata a conduttori, spesso non capisti, non resta, gioco forza, che attuare la divisione assegnando a ciascun capista il proprio capo d’ufficio in modo figurativo ed il medesimo stabilisca il rapporto contrattuale (anche con forme collettive) con il conduttore, che liquiderà direttamente quella che oggi è definita “opzione”.
Tutto il resto è “fumus” con il quale si vuole celare il fallimento di una strategia divisionale e la conduzione di uffici che hanno lasciato i capisti senza terra e con le tasche vuote !

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