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Green pass, per il mondo economico sempre meglio che tornare a chiudere

DiGiuliano Monari

Lug 24, 2021

 Anche nel mondo economico si discute di green pass e dell’utilizzo per contenere i contagi da covid. In particolare, l’attezione è rivolta alla possibilità che il possesso della carta carta verde diventi un obbligo per molte attività, a partire da bar e ristoranti. I gestori da un lato gradiscono – o meglio, dichiarano “tutto pur di restare in sicurezza e non richiudere” – ma d’altra parte chiedono: “E i green pass, nei locali, chi li controlla?”. Problema che non si porrebbe per attività economiche più grandi, ad esempio i siti produttivi, con Confindustria nazionale che si dice disponibile, se necessario, anche ad imporre il green pass per entrare a lavorare in fabbrica, pena il trasferimento o il demansionamento senza stipendio come nella sanità. Infine interviene il settore che più di tutti si approvvigiona di lavoratori stagionali stranieri: l’agricoltura, secondo cui – così dichiara Coldiretti questa mattina – l’imposizione del green pass “duro” con doppia dose provocherebbe una fuga in massa di parte dei 370mila lavoratori stagionali, o meglio il loro mancato arrivo dall’estero.
“La proposta di Confindustria non ci scandalizza, perché la priorità è fermare la pandemia e il vaccino è l’unica arma a nostra disposizione per non essere costretti a un nuovo lockdown. Però sarebbe meglio evitare forzature”, dice il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta: “L’obbligatorietà della vaccinazione può essere stabilita solo da una legge, senza la quale nessun datore di lavoro può sospendere o allontanare un lavoratore, tanto meno licenziarlo”. Fonte Modena in diretta

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