• Gio. Mar 28th, 2024

Il primo giornale telematico di Cento

CENTO: IV Novembre 2013 – Festa delle Forze armate e dell’Unità nazionale

DiGiuliano Monari

Nov 4, 2013

Di Giuliano Monaricommemorazione 4 novembre 2013

La città del Guercino ha onorato le Forze Armate ed ha festeggiato il IV Novembre alla luce della torre faro dei Vigili del Fuoco di Cento. Davanti ad un pubblico attento e commosso, il sindaco di Cento Piero Lodi ha letto il discorso commemorativo che qui di seguito riporto integralmente e che mi sento di condividere appieno.

Ha ancora senso oggi parlare di Patria e di Confini?
In un’epoca in cui la globalizzazione sembra avere trasformato la
nostra società in un “tritacarne” mondiale ed in cui il livello minimo
di incidenza della politica pare essere quello europeo…
La risposta è sì: convintamente, senza esitazioni.

E’ nei momenti di difficoltà che occorre, infatti, fare quadrato.
Mettersi a difesa, gli uni accanto agli altri, del nostro modello di
società: una società onesta, leale, capace di generosità, inclusiva
ed equa nel distribuire il benessere che il lavoro di ciascuno riesce
a creare.

Benessere, lavoro sono due termini che paiono destinati a
scomparire dal nostro vocabolario. Ma che dobbiamo difendere.

Stiamo infatti vivendo un momento durissimo, caratterizzato
dall’emergere degli effetti, oramai insostenibili, di una crisi che sta
strangolando l’economia italiana più ancora di quella mondiale,
oramai da cinque lunghissimi anni.

Anche il ceto medio sta cedendo sotto il peso di una crisi delle
entrate che non lascia alternative e costringe a rimettere in
discussione il sistema della spesa, rivedendo standard di
benessere che sembravano conseguiti per sempre.

Questa è la prima generazione dopo tanto tempo, dopo i conflitti
mondiali, che si trova a fare i conti con la consapevolezza che non
potrà lasciare alle generazioni successive un livello di benessere
maggiore rispetto a quello delle generazioni precedenti.

Per la prima volta i padri non possono riposare nelle serena
consapevolezza di lasciare ai figli un mondo migliore di quello che
hanno ricevuto.

Questo rischia di lacerare la nostra società.

Di fare emergere tensioni improduttive. Di far concentrare i riflettori
della rabbia su obiettivi non centrali. Si rischia la guerra tra poveri, il
contrasto tra umili, la lotta del tutti contro tutti.

E’ in questo quadro, appesantito dalla difficilissima situazione delle
istituzioni, a tutti i livelli, che una festa come quella di oggi deve
assumere un nuovo significato.

L’unità è la sola ricetta.

Uniti, coesi, solidali ed inclusivi noi italiani possiamo vincere questa
difficilissima sfida e superare questa prova pesante.

Lo Stato deve ritrovare al più presto, nella riforma della politica e
nel rilancio del sistema istituzionale, nuova credibilità, per indicare
con chiarezza una rotta.

Tracciare la strada che dobbiamo seguire tutti assieme, ignorando i
venditori di qualunquismo e coloro che sulle macerie della nostra
democrazia sperano di costruire nuove fortune politiche.

Per questo oggi festeggiare il IV Novembre è importante.

A partire proprio da Cento, uno degli 8000 e oltre comuni italiani
che sta sostenendo una parte importante del peso degli errori dello
Stato centrale.
Partendo dall’orgoglio di essere parte di una Città che nonostante
tutto regge, tiene i conti in ordine, sostiene il peso di tagli statali
oramai andati oltre ogni limite e si è rimboccata le maniche per
cancellare i segni di quella disgrazia supplementare che è il
terremoto.

E’ toccato a noi, adesso.
A questa generazione.
A questa classe di amministratori locali.
A questa generazione di imprenditori, liberi professionisti e di
lavoratori.

Siamo noi che dobbiamo fare, tutti uniti, del nostro meglio per
tentare di lasciare ai nostri figli una città migliore di quella – pur
bella – che abbiamo ereditato.

Nonostante la crisi. Nonostante il terremoto. Nonostante la sfiducia
e la voglia di dividerci in polemiche e tensioni sociali.

Sapendo di poter sempre contare gli uni sugli altri. E tutti assieme
sulla professionalità di chi veste una divisa a cui oggi rivolgiamo
tutti assieme un pensiero colmo di stima e di gratitudine.

Chi veste una divisa diventa spesso, infatti, il catalizzatore naturale
della rabbia e delle frustrazioni. I servitori dello Stato sono invece al
nostro fianco per concorrere con noi a perseguire quella strada che
tutti assieme dobbiamo tracciare prima e percorrere poi.

A loro dedichiamo questo IV Novembre.
A tutti noi dedichiamo questa festa.
Una festa di unità e solidarietà. Una festa in cui difendiamo quel
confine invisibile del nostro essere società, dunque comunità,
laboriosa, capace, generosa.

Buon IV Novembre all’Italia e alla nostra Cento.

commemorazione 4 novembre 2013-1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.