“Stiamo chiedendo un aiuto concreto al Ministero dell’Agricoltura affinché ci dia un supporto nel dare continuità alle filiere produttive e commerciali, perché altrimenti rischiano di sparire”.
C’è grande preoccupazione nell’appello lanciato da Danilo Tamisari, presidente della sezione Frutticola di Confagricoltura Ferrara ed Emilia Romagna. Si tratta dell’ultimo di una serie d’interventi protesi ad evidenziare il drastico calo produttivo del comparto frutticolo in Emilia Romagna: “Per pesche nettarine e albicocche, danni anche superiori al 60%; nel caso delle pere, le varietà precoci come Carmen e Santa Maria, si arriva sulla stessa scia anche fino al 70%”.
Un deficit produttivo che affonda le radici in un mix altalenante di situazioni climatiche, tra inverni miti e abbassamenti improvvisi di temperature in periodi tardo-primaverili.
Condizioni che hanno nuociuto ai frutti, sui quali sta pesando anche il ritorno della cimice asiatica, complici sia la non continuità con gli esperimenti sugli insetti antagonisti, come la vespa samurai, sia il divieto all’utilizzo dei principi attivi funzionali a limitare la presenza dell’insetto parassita.
