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LA COMPLESSITA’ DEL PAZIENTE DIABETICO IN OSPEDALE E SUL TERRITORIO E LA GESTIONE INTEGRATA PER LA PREVENZIONE DELLE SUE COMPLICANZE

DiGiuliano Monari

Giu 1, 2016

esterno ospedale cento

«Il diabete è una malattia sociale» e con le altre malattie croniche sta lanciando una sfida all’intero sistema. Sono i dati a dircelo: a Ferrara la malattia interessa un 8% della popolazione, con un prevedibile progressivo aumento dei malati negli anni a venire.Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) entro il 2030 il diabete rappresenterà la quarta causa di morte; già oggi in Italia ogni malato spende 2.600 Euro l’anno, più del doppio rispetto ad un cittadino senza la malattia. La spesa incide per il 5,61% sulla spesa sanitaria e per lo 0,29 % sul Pil italiano.

Nella provincia di Ferrara si registra un’elevata percentuale di pazienti diabetici rispetto alla media regionale, una spesa farmaceutica pro capite più elevata, in un contesto di incremento delle cronicità e delle fragilità a carico dei servizi sanitari e di contenimento delle risorse disponibili.

L’AUSL – sottolinea il Direttore Generale Azienda USL di Ferrara Paola Bardasi, commentando gli indicatori del bersaglio MES 2015- ha intrapreso un percorso di miglioramento della presa in carico delle malattie croniche in ogni loro stadio, dalla prevenzione alla fase terapeutico – assistenziale.

In questo senso il nuovo Accordo con il Medici di Medicina Generale dà un forte impulso alla presa in carico della cronicità tramite la promozione e lo sviluppo delle Reti per lo sviluppo della Medicina di Iniziativa confermando di “individuare, nei Nuclei di Cure Primarie, con relative Medicine di Gruppo e Medicine in Rete “avanzate”, e nelle Case della Salute” i luoghi di cura naturali per la loro presa in carico, in relazione al loro grado di complessità”.

Il ricovero in ospedale di un paziente affetto da diabete e con iperglicemia, a causa della sua maggiore fragilità clinica, richiede particolari attenzioni sia durante la degenza che nel successivo percorso di continuità “Ospedale Territorio”.

Su questo tema si sono concentrate le riflessioni dei professionisti intervenuti a Cento, sabato 28 maggio, nel corso del convegno “La complessità del paziente diabetico in ospedale e sul territorio: un update sulle più recenti acquisizioni di governo clinico e gestione della terapia”, che ha contato la partecipazione di oltre una cinquantina di professionisti sanitari tra infermieri e medici.

 

Sin dal momento del ricovero ospedaliero, la corretta gestione del paziente con diabete deve prevedere la piena collaborazione clinica tra il team diabetologico e medici ed infermieri delle altre discipline. Inoltre, per poter realizzare un efficace percorso di cura, è indispensabile garantire al paziente una tempestiva presa in carico da parte del servizio diabetologico territoriale ed un’adeguata continuità del percorso nell’ambito della gestione integrata territoriale che prevede anche la fondamentale partecipazione attiva del MMG.

La gestione integrata offre alla persona con diabete il percorso diagnostico-terapeutico più adeguato – non solo per quanto riguarda la fase di esordio della malattia diabetica – ma anche per la prevenzione di tutte le possibili complicanze: sia “macrovascolari” (cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, complicanze cerebrovascolari, amputazioni dovute ad arteriopatia periferica degli arti inferiori) che “microvascolari” (retinopatia diabetica, nefropatia diabetica e neuropatia diabetica).

 

Una considerazione particolare meritano le nuove classi di farmaci antidiabetici: ifarmaci cosiddetti “incretino-mimetici”, inibitori dell’enzima “Dipeptidil-Peptidasi-IV” (DPP-IV inibitori), gli analoghi dell’ormone intestinale “Glucagon-Like peptide-1” (GLP-1 analoghi) e, in epoca recentissima, i nuovi farmaci inibitori del “Sodium-Glucose-Transporter-2” (SGLT-2 inibitori), che agiscono questi ultimi a livello renale, con meccanismo indipendente dall’azione della insulina. Tali nuove classi di farmaci antidiabetici consentono di offrire, alle persone con diabete, una terapia farmacologica sempre più adeguata alle caratteristiche ed alle esigenze individuali di ciascun paziente. L’utilizzo dei nuovi analoghi ricombinanti delle insuline umane, che garantiscono migliori profili di farmacocinetica, inoltre, ha del tutto sostituito l’utilizzo delle insuline umane cosiddette “regolari”, precedentemente in uso sia nella pratica ambulatoriale che in ambiente ospedaliero, con notevolissimi vantaggi in termini di sicurezza ed efficacia nella gestione della terapia insulinica.

 

Nel corso del convegno è stata rimarcata l’importanza della consapevolezza da parte del personale sanitario in merito al valore terapeutico e al corretto utilizzo delle nuove insuline, al fine di garantire alla persona con diabete i maggiori benefici possibili, sia durante il ricovero ospedaliero, che nella gestione del percorso di cura nella quotidianità al domicilio.