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‘LE DUE VITE DI LUCREZIA BORGIA. LA CATTIVA RAGAZZA CHE ANDÒ IN PARADISO’

DiGiuliano Monari

Ott 27, 2019


Mercoledì 30 ottobre, alle 18, alla Sala Da Tè di via Guercino 21, l’assessorato ai Servizi Bibliotecari organizza un evento in occasione dei 500 anni dalla morte di Lucrezia Borgia: la presentazione del recente volume di Lia Celi e Andrea Santangelo ‘Le due vite di Lucrezia Borgia. La cattiva ragazza che andò in paradiso’ edito da Utet nell’aprile 2019.
Figlia illegittima di Papa Alessandro VI, Lucrezia andò in sposa giovanissima a Giovanni Sforza e, a seguito dell’annullamento del matrimonio, convolò a nozze con Alfonso d’Aragona; rimasta vedova si unì in terze nozze con Alfonso d’Este, figlio del duca Ercole.
A seguito di questo matrimonio, celebrato nel 1502, Cento entrò a far parte del Ducato di Ferrara, essendo un territorio che afferiva allo Stato della Chiesa. Solo nel 1598 Papa Clemente VIII rientrò in possesso di questi territori, a seguito dell’interruzione della linea dinastica di Alfonso d’Este. Dalla lettura delle antiche cronache conservate presso l’archivio storico del Comune di Cento, scarse sono le notizie che contribuiscono ben poco a far luce sulla figura di Lucrezia Borgia; una breve nota vergata a mano da padre Biagio Bagni registra freddamente fra gli avvenimenti di rilievo del 1519 il decesso della duchessa di Ferrara.
Tanto si è scritto su di lei, sicuramente fu una delle figure femminile più controverse del Rinascimento italiano: obbediva al padre, voleva bene al fratello, a un marito salvò la vita, a un altro il regno. I contemporanei la chiamarono angelo, santa, esempio per tutte le donne. Eppure da secoli il suo nome è sinonimo di intrighi, delitti e veleni. Forse nessuna donna della storia è stata più calunniata di Lucrezia Borgia.
Esistono forse due Lucrezie, due vite, due storie. O forse no. Questo nuovo libro di Lia Celi e Andrea Santangelo, con l’acume storico e la verve che caratterizza le loro pubblicazioni, fra citazioni pop impeccabili fonti storiografiche, fra gossip dell’epoca e ricostruzioni alla CSI traccia la straordinaria parabola di una donna irregolare fin dalla nascita, bella e contesa, opportunista e ingenerosa, santa e femme fatale.

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