Di Larry Sacquegna
- Ciao Eugenio, grazie per avermi concesso questa possibilità a cui
tenevo tantissimo.
Ciao Larry, grazie a te per questa graditissima iniziativa. E’ davvero un
grande piacere per me. - Perchè hai voluto raccontare ed evidenziare in maniera
particolare le vicende della tifoseria centese?
Era da diverso tempo che avrei voluto dedicare e rievocare i ricordi di
quelle indimenticabili annate al seguito della Centese. Per tanti anni
questo mia idea è stata rinchiusa nel cassetto della memoria, ho ritenuto
fosse ormai giunto il tempo di aprirlo. E’ stato il racconto di un’epoca e di
un mondo del calcio lontano anni luce da quello odierno. Un tentativo di
raccontare fatti ed emozioni prima che i ricordi svaniscano per sempre.
Questo vorrebbe essere l’ambizioso, e doveroso, obiettivo di queste mie
pubblicazioni. Ricordi di una generazione irripetibile, un tuffo nel passato
di quei momenti che hanno caratterizzato gli anni più belli della nostra
generazione, in un mondo, quello di allora, nel quale il calcio era una
cosa vera. Spero che possano far riaffiorare in chi l’ha vissuto quello
spirito di allora, e perché no possano essere per le nuove generazioni
una piccola testimonianza storica di un mondo del calcio che non c’è
più… - Dopo il grande successo del tuo primo libro “Le cinque giornate
di Cento“, ora è in uscita il secondo, intitolato “Una vita in
biancazzurro. Ci puoi raccontare qualcosa dei tuoi due libri?
“Le cinque giornate di Cento”, così come riporta il titolo, è voluto essere
una rievocazione delle cinque domeniche nelle quali a Cento si sono
svolti gli indimenticabili cinque derby con la Spal. Cinque domeniche che
coinvolsero la nostra tifoseria in maniera totale e assoluta. Un evento a
cui nessuno poteva mancare. Una rivalità, ancor oggi nostalgicamente
condivisa anche dalle vecchie guardie della tifoseria ferrarese.
Ho voluto narrare fatti di cronaca principalmente riferiti alle tifoserie,
basandomi sui tanti ricordi miei e degli amici con cui ancora condivido
quei momenti…Tantissime foto, alcune delle quali inedite, interviste ad
alcuni grandi ex giocatori della Centese, e una carrellata sul nostro
merchandising storico hanno arricchito quest’opera.
Con la mia seconda uscita “Una vita in biancazzurro” ho voluto invece
ripercorrere in maniera più specifica la storia della tifoseria centese
attraverso una rassegna dei suoi vari gruppi, dalla fine degli anni ‘70 fino
ai primissimi anni ‘90. Dai pionieri del tifo biancazzurro come I Ribelli e il
Club Ceres, sino ai gruppi nei quali orgogliosamente ho militato insieme
a tantissimi amici. Dal Commando Ultra, alle Fedelissime e infine agli
Indians Cento, un nome che ancora oggi scalda il cuore di tanti di noi.
Tantissime foto, molte delle quali inedite, cronache, interviste, aneddoti
che spero possano raccontare nel miglior modo possibile quello che è
stata la nostra tifoseria. Le interviste a cinque ex grandi calciatori e il
racconto di alcune partite storiche completeranno l’opera. Ho voluto
dedicare ai nostri “angeli della curva nord”, una piccola citazione, per i
ragazzi che purtroppo non sono più presenti ma che non saranno mai
dimenticati… - Nei tuoi libri narri e si coglie spesso il sentimento di un altro
calcio, di un altro tifo e di un altro mondo…se dovessi raccontare
ad un ragazzo di oggi le differenze?
Purtroppo credo sia impossibile. Era diverso il mondo, c’erano ideali veri,
senso di appartenenza, un calcio semplice ma puro. Valori oggi persi.
-Il secondo libro evidenzia molto bene quello spirito genuino e di
creatività che contraddistingueva il tifo di qualche decennio
fa…cosa puoi dirci?
A proposito di creativita’; una cosa assai significativa è come alcuni di noi
riuscissero a creare e inventare iniziative legate al tifo in qualsiasi
momento e con grande fantasia. Basti pensare ai tanti striscioni esposti
allo stadio creati appunto da alcuni ragazzi in maniera totalmente
autonoma. - La tua partita indimenticabile?
Sono due: i primi due derby con la Spal, ottobre 1986 e ottobre 1987!
L’attesa dei giorni precedenti le partite la ricordo trepidante e
adrenalinica, era l’evento sportivo e non più atteso in assoluto. - Una trasferta in particolare?
Sceglierne una sola è difficile…diciamo la mia prima, a Rimini nel
gennaio ‘87; poi a Ferrara nel derby di ottobre del 1989. Iniziai un po’
tardino a seguire la Centese fuori casa, purtroppo i miei genitori erano
parecchio restii nel mandarmi in trasferta… - l’articolo prosegue dopo la pubblicità, senza la quale non potreste leggere questa notizia su areacentese.
- Hai continuato a seguire la Centese? Sei ancora in contatto con
i tuoi vecchi amici di curva?
Certamente! La Centese continuo a seguirla specie in casa e alcune volte
in trasferta. E’ come un fuoco sempre acceso! La categoria non conta, i
colori sempre!
Con alcuni non abbiamo mai smesso di sentirci per scambiarci ricordi e
fotografie. Alcuni di loro hanno contribuito ad arricchire alcuni capitoli dei
due libri. In ciascuno dei tanti militanti dell’epoca è rimasto un senso di
appartenenza ancora molto forte. Nonostante siano passati quasi 40 anni
nessuno potrà mai dimenticare quegli anni speciali. - Senti anche qualche ex giocatore?
Certo! E devo dire che è sempre un’emozione forte poter ricordare
insieme a loro le partite del passato! Nella Centese hanno militato
grandissimi giocatori, ad elencarli tutti non finiremo più! Con alcuni di
loro ho instaurato un rapporto di simpatia e amicizia che mi rende
davvero orgoglioso. Sono stati davvero di una cortesia e pazienza infinita
a collaborare nei miei libri con le loro interviste! Forse a volte son stato
un po’ troppo assillante! - La stagione in biancazzurro che ricordi con maggior affetto?
Senza ombra di dubbio la prima stagione in serie C1, nel campionato
1986/87…sono passati ormai 39 anni ma ricordo perfettamente tutte le
grandissime emozioni provate. L’esordio vittorioso con l’Ancona, poi il
derby casalingo con la Spal…quanti ricordi! - Avete mai pensato di far rinascere il vostro gruppo allo stadio?
Ci stanno già pensando i nuovi ragazzi che domenica dopo domenica
seguono con grande passione la Centese, proprio come eravamo noi !
Davvero un forte plauso ai Boys Cento; a rivederli ci si rivede! - Cosa auguri alla Centese?
Di continuare il percorso intrapreso con così grande entusiasmo. Il
Presidente Alberto Fava ha davvero tanti meriti e sta tenendo alto il
nome della nostra società. Dobbiamo riconoscergli con gratitudine questo
suo grande impegno. Soprattutto per il settore giovanile che conta 400
bambini e ragazzini. Di questi tempi un segnale importante di vero sport. - C’è una persona in particolare a cui vuoi dedicare i tuoi libri?
AL mio papà, per avermi trasmesso questa passione. - Ci sara’ un terzo libro sulla Centese o sui suoi tifosi?
Chissà, perché no! - Grazie Eugenio per averci fatto ripercorrere ricordi bellissimi.
Grazie a te, è stato davvero un piacere!

