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“LE LACRIME DEGLI EROI”: MATTEO NUCCI INCONTRA GLI STUDENTI DEL LICEO “CEVOLANI”

DiGiuliano Monari

Mar 4, 2019


Anche gli eroi piangono. Anzi: soprattutto gli eroi piangono.

“I poemi omerici ci mostrano che piangere è da forti: durante tutto l’arco dei poemi, gli eroi piangono. E’ un segno di forza. Al contrario, non piangere è un segno di debolezza”. Con queste parole Matteo Nucci, esperto del mondo classico, saggista e romanziere, lo scorso 26 Febbraio ha introdotto il suo incontro con gli studenti del Liceo “Cevolani”. Lo studioso, che ha dialogato per più di due ore con i ragazzi a proposito del suo libro “Le lacrime degli eroi”, ha catturato l’uditorio con il suo stile informale coniugato ad una conoscenza profonda ed empatica del mondo antico e ha accolto con entusiasmo e, talora, stupore, le riflessioni profonde e meditate emerse dal confronto con gli studenti. Da questo dialogo è affiorata l’immagine di un eroe che non ha nulla di super – umano, bensì incarna l’umanità che cerca di realizzarsi appieno in tutte le sue sfaccettature e per questo, a distanza di millenni, è ancora capace di rappresentare un paradigma esistenziale che parla al cuore dell’uomo di oggi. Le parole di Omero, insomma, sono ancora oggi parole “alate”, cioè dotate di ali che le rendono capaci di librarsi in volo per raggiungere l’anima dell’interlocutore e germogliare in essa.

“Gli eroi raccontano vite normali, non sono personaggi inarrivabili. Essere eroe significa essere uomo, l’essere umano completamente realizzato. In questo senso anche noi oggi possiamo essere eroi, realizzando le due componenti essenziali dell’umano: ragione e sentimenti… Essere eroi significa non aver paura di essere noi stessi fino in fondo.” Di questa piena umanità fa parte anche il pianto che, quando è un pianto caldo, vitale, fertile, ci fa sentire vivi.

“Il mio modo di vivere le tematiche antiche è mostrare come siano vive”: ha rivelato il saggista agli studenti; e con le sue parole “alate” Matteo Nucci ha fatto davvero apprezzare un modello eroico che è in realtà un modello umano ancora vitale.

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