
Lettera al Direttore
7 febbraio 2014
L'(in)utilità delle petizioni nella scuola pubblica
Buongiorno, non è la prima volta che scrivo una lettera al Direttore di Areacentese. Sono una mamma. Mio figlio frequenta la Scuola dell’Infanzia Giovannina di Cento da tre anni e per il terzo anno consecutivo sono rappresentante dei genitori, da pochi giorni anche referente dei genitori per la mensa. Mai in passato come negli ultimi mesi mi sono trovata ad avviare petizioni per far valere i diritti basilari dei bambini. Lo scorso novembre 2013 scrissi per lamentare un repentino quanto deleterio stravolgimento degli spazi scolastici di due sezioni della suddetta scuola senza ottenere altro che promesse non mantenute. Ora mi trovo a chiedere spiegazioni al fornitore dei pasti riguardo alla sospensione della fornitura di acqua minerale nella scuola. Da circa un mese i bambini bevono acqua del rubinetto e nessuno ne è stato informato. Rimango ogni volta colpita e offesa di fronte a questi modi di agire senza dare comunicazione preventiva alle famiglie delle variazioni, spesso importanti e sostanziali, che vengono apportate e che, nonostante il fiorire postumo di petizioni, non possono che venire alla fine accettate dalla collettività. Collettività sempre più eterogenea e pertanto oggettivamente impossibile da raggruppare al fine di perseguire un unico scopo: il benessere e la sicurezza di tutti. La mia amara conclusione è che sia tutto ben congegnato da chi detiene il potere al fine di NON INFORMARE i contribuenti e fruitori finali delle manovre che si mettono in atto. In questo modo i cambiamenti vengono “venduti” come necessari a perseguire i più nobili degli ideali: ecosostenibilità, impatto ambientale ecc… Ma questa è democrazia? A me sembra che qualcuno non stia rispettando le regole e pretenda però che vengano rispettate dagli altri.