“Repressa sessualmente” “Si vede che ti manca un manico buono” “Spero tu possa trovare un platano sulla tua strada” “Sei intelligente come una cozza morta” “Ritardata” …
Queste sono solo alcuni dei commenti offensivi, minacciosi e sessisti pubblicati sulle pagine Facebook di esponenti politici della civile e democratica Cento contro Francesca Caldarone, capogruppo in Consiglio Comunale di Fratelli d’Italia. La sua colpa? Svolgere con impegno il ruolo di leader del principale partito di opposizione, ponendo domande fastidiose alle quali un sindaco in evidente imbarazzo non sa rispondere. Il caso più eclatante, quello della vicenda riguardante il Teatro comunale.
Alcuni giorni fa, ho rivolto un appello al sindaco, al Pd e alla maggioranza tutta per chiedere una loro parola di condanna nei confronti di questo indegno linciaggio morale. Come risposta ho ricevuto un silenzio assordante, molto più eloquente di tante parole di circostanza. La sinistra centese, di solito così pronta a condannare ogni forma di violenza contro le donne, è rimasta muta. L’unica a rispondere è stata la capogruppo di Orgoglio Centese, lista civica che ha raccolto voti dicendosi alternativa alla sinistra ma che adesso è diventata la più fedele e accanita sostenitrice della maggioranza. Tuttavia, anziché esprimere solidarietà alla vittima, l’ha accusata di essere lei stessa a “fomentare l’odio” con questa assurda pretesa di adempiere al mandato ricevuto dagli elettori.
C’è una bella campagna promossa dalla Regione contro la violenza sulle donne: “Se lo dice è violenza”. Considerato il contegno della sinistra di fronte a questa scandalosa campagna di odio contro Francesca, è chiaro che lo slogan cui in realtà essa si ispira andrebbe integrato così: “Se lo dice è violenza, salvo che la sua vittima sia una donna impegnata a destra”.
Da Giorgia a Francesca, la regola per la sinistra non cambia: se la donna che fa politica è di destra, l’insulto non solo è ammesso ma è anche raccomandato.
E se qualcuno si sentisse autorizzato a passare dalle parole ai fatti?
Sen. Alberto Balboni (Fratelli d’Italia)