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Lingua Italiana: .. meglio usare il maschile plurale? L’Accademia della Crusca non ha dubbi!

DiMarco Cevolani

Ago 28, 2022

Di Marco Cevolani
Negli ultimi tempi, le nuove ‘mode’ linguistiche del ‘politically correct’ ci hanno abituato ad un curioso e a tratti ridondante modo di comunicare, almeno per quanto riguarda l’uso di certi sostantivi, che vengono enunciati sia al maschile che al femminile, probabilmente per non venire meno alla nuova moda, un po’ troppo “politicamente corretto”, di non creare disparità di genere, moda che ha sfornato – e qualcuno lo avrebbe preteso inserire anche nei documenti ufficiali e istituzionali – l’asterisco (*) e la schwa (ə). L’Accademia della Crusca, ricordando che  “l’italiano ha due generi grammaticali, il maschile e il femminile, ma non il neutro, così come, nella categoria grammaticale del numero, distingue il singolare dal plurale, ma non ha il duale, presente in altre lingue, tra cui il greco antico” e che comunque “il genere grammaticale è cosa completamente diversa dal genere naturale” ha bocciato sia l’utilizzo dell’asterisco e dello schwa, il primo perchè “in testi di legge, avvisi o comunicazioni pubbliche, dove potrebbe causare sconcerto e incomprensione in molte fasce di utenti, né, tanto meno, in testi che prevedono una lettura ad alta voce”, la seconda “per le ulteriori difficoltà di lettura che creerebbe nei casi di dislessia”.Morale? La Crusca non ha dubbi: “un uso consapevole del maschile plurale come genere grammaticale non marcato, e non come prevaricazione del maschile inteso come sesso biologico potrebbe risolvere molti problemi, e non soltanto sul piano linguistico”