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PARTECIPANZA AUTONOMA “GUARDA AL FUTURO, giovani e donne nel programma”

DiGiuliano Monari

Mag 2, 2019

“Rispetto nei confronti dell’eredità lasciata dai padri, e apertura ai giovani capisti, per dare alla Partecipanza un nuovo futuro come giardino verde d’Italia. La Partecipanza deve incidere in maniera determinante nelle scelte urbanistiche ed economiche del territorio”. Si presenta così Partecipanza Autonoma, la lista guidata da Vasco Fortini in corsa per il rinnovo del consiglio della Partecipanza Agraria di Cento. In lista, Giuliano Ardizzoni, Fausto Balboni, Paolo Balboni, Donato Borghi, Sauro Bregoli, Paolo Bretta, Claudio Cristofori, Roberto Farioli, Marzio Ferioli, Enrico Filippini, Mauro Fortini, Gilberto Gilli, Maurilio Guaraldi, Paolo Nannini, Gabriele Pirani, Gianfranco Salvi, Serio Tassinari. Primo indispensabile passo dopo le elezioni del 5 maggio, “trovare entro 10 giorni un accordo con tutte forze che compongono il nuovo consiglio per procedere portando a termine la priorità assoluta: la divisione dei capi. E’ attesa non solo da 5 industriali agricoltori, bensì da tutti i capisti, che siano normali agricoltori, capisti che prenderanno il capo sotto la propria casa, e da una maggioranza di capisti definiti ‘cittadini’. Noi di Partecipanza Autonoma, li riteniamo legittimi proprietari, in quanto eredi di un capo. Come spetta a chi coltiva, anche a loro va data soddisfazione, garantendo loro, o un giusto corrispettivo, o un capo”. Qui, secondo Partecipanza Autonoma entra in gioco la nuova amministrazione: “Sarà il nuovo consiglio a definire le modalità e il progetto per la divisione, o con l’opzione (terra a chi la coltiva e soldi a chi non la lavora) o a sorteggio. In entrambi i casi, tutto il patrimonio agricolo dell’ente deve andare in divisione, andando così ad aumentare l’astensione del capo (oggi di 5.800 mq, 7.600 mq e 9mila mq), anche per i 500 capisti che hanno diritto di prendere il capo sotto casa (cacciapadora). Con il patrimonio acquisito in questi 20 anni, la prima misura del capo potrà essere estesa ad 8,5-9mila mq, e acquisire maggiore valore”. Possibile per Partecipanza Autonomia, un’alleanza basata sulla condivisione dei punti del programma: “Tra i primi obiettivi, come da Statuto, inserire nella divisione il patrimonio acquisito dal 1999 ad oggi. E’ assurdo che la Partecipanza tradisca la propria mission, e non metta in divisione i terreni acquisiti, dandoli invece in affitto a pochi industriali che li acquisiranno a minor prezzo. Questo è dare l’opportunità a pochi a scapito dell’interesse della Partecipanza stessa. Per i capisti serve equo trattamento”. Un percorso da intraprendere con serenità, visto che “il bilancio corrente si basa sull’affitto dei cortili dei fumanti, e sulla vendita dei terreni divenuti edificabili per l’acquisto di altro terreno agricolo”. Poi l’apertura ai giovani: “Il capista anziano può decidere di delegare il proprio figlio, perché partecipi alle elezioni dell’ente e diventi parte attiva nel rinnovamento del Partecipanza”. Le modifiche statuarie vanno anche nella direzione dell’apertura alle donne: “Anche loro potranno votare ed essere votate, e ricevere il capo in eredità, ma non trasmetterlo. Con la divisione ogni 10 anni, tutti progetti già previsti ma poi cancellati dalla precedente amministrazione dell’ente, per l’opportunità di pochi”. Utilissimo per Partecipanza Autonoma, lo strumento del consorzio per la manutenzione di tutte le strade private ad uso pubblico: “Comune e Partecipanza si spartiscano le spese, lasciando fuori i capisti. Occorre regolamentare la questione degli scarichi delle acque reflue, riorganizzare la gestione amministrativa, produrre nell’ambito agricolo progetti in sinergia con l’università, per partecipare a bandi regionali ed europei, e accedere a finanziamenti che portino investimenti sul territorio”.

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