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RENAZZO: MIGRAZIONE DI IERI, IMMIGRAZIONE DI OGGI, UNA SFIDA POSITIVA

DiGiuliano Monari

Ott 8, 2017

La lezione di Monsignor Giancarlo Perego Arcivescovo di Ferrara e Comacchio ha aperto il ciclo di appuntamenti a corredo della mostra “Genova Buenos Aires sola andata”
“Per ogni migrante che arriva nel nostro Paese, ci sono tre italiani che lo lasciano. L’Italia è tra i paesi più vecchi al mondo, un paese che sta, purtroppo, morendo. Siamo sempre stati terra di emigrazione, dalla fine dell’800 fino agli anni ‘70. Poi il fenomeno si è ridotto ma mai annullato Ed ora è ripreso. È un emigrazione diversa, quella di oggi, che riguarda soprattutto i nostri giovani”. Così Monsignor Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara e Comacchio, intervenendo a Renazzo ad una serata dedicata alle migrazioni di ieri e all’immigrazione di oggi. L’iniziativa si è inserita nell’ambito della mostra “Genova Buenos Aires sola andata” dedicata alla storia di emigrazione della famiglia Bergoglio, la famiglia di Papa Francesco. La mostra, curata dal giornalista di Repubblica Massimo Minnella, dopo Genova è stata a Roma e ad Asti ed è stata visitata dallo stesso Santopadre. Ora i pannelli ricchi di storie e fotografie sono arrivati in questa frazione Centese che ha alle spalle una lunghissima storia di emigrazione, in particolare verso il Nord America ma a legami importanti anche con il Sud America e con L’Argentina in modo specifico. Introdotta dalla curatrice del progetto Claudia Tassinari, presidente della neonata associazione Passato-presente e dalle parole del parroco don Ivo Cevenini, la serata ha offerto importanti occasioni di approfondimento. “Oggi il mondo è una realtà dinamica – ha spiegato l’arcivescovo – milioni di persone nel mondo sono in movimento. Bisogna ragionare con nuovi parametri e adeguare il nostro modello che era stato costruito per gestire una nazione di emigranti e non una terra di immigrazione. Oggi si parla di immigrazione come di un problema. Ma non è solo questo. Pensate a quanti pensionati non riceverebbero la loro pensione senza i contributi dei migranti che valgono circa il 10% del pil. Pensate a quante scuole oggi non ci sarebbero più senza i bambini di questi nuovi italiani. 35000 insegnanti avrebbero perso il loro lavoro… Noi non siamo mai stati una nazione coloniale. Per questo non abbiamo una popolazione di riferimento tra coloro che scelgono il nostro paese. – ha spiegato, poi, Monsignor Perego – Gli italiani sono presenti in quasi 200 Paesi nel mondo come emigrati e da altrettanti paesi arrivano persone nel nostro“. Partendo proprio dai numeri si è sviluppata la conferenza dell’arcivescovo: “I giornali non aiutano a capire cosa sta effettivamente succedendo. Il grosso della immigrazione nel nostro paese è da ricondurre agli anni 90 e ai primi 10 anni del 2000. Oggi Esiste un fenomeno nuovo. Io non capisco – ha detto poi Perego – la distinzione tra migranti economici e profughi. Non esiste il bianco e il nero. Per molti di loro, magari, la scelta di lasciare il proprio paese è nata originariamente da motivazioni economiche e poi si è trasformata in ragioni di carattere umanitario o viceversa”. Drammatici sono i dati relativi alle violenze, soprattutto sessuali, subite dalle donne che oggi sbarcano in italia. Per affrontare questo nuovo tema, l’esperienza dell’arcivescovo, ci vuole intelligenza. “Bisogna vivere l’immigrazione come una sfida positiva”. L’arcivescovo ha poi spiegato con forza la sua contrarietà allo strumento dei cosiddetti Cas, i grandi centri di raccolta dei migranti e si è speso a favore di un modello di accoglienza diffusa, quella dei cosiddetti Sprar. “Se ciascun comune facesse la propria parte, le risorse che il governo spende ogni anno per questo fenomeno – ha detto – potrebbero valere come una manovra finanziaria a beneficio degli enti locali”. Monsignor Perego ha, insomma, messo a frutto la sua grande esperienza, prima in Caritas e poi come direttore generale della Fondazione Migrantes della CEI per tratteggiare un affresco prezioso ed aiutare la tanta gente accorsa ad ascoltarlo a capire meglio un fenomeno che spesso viene banalizzato e strumentalizzato. La mostra rimarrà aperta sino al 22 ottobre prossimo ed è corredata da importanti appuntamenti di approfondimento. Presso la sede della mostra è in vendita il catalogo sulla storia dell’emigrazione della famiglia Bergoglio. La mostra ospitata presso la chiesa temporanea post terremoto, della frazione di Renazzo.