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SICUREZZA IN PRIMO PIANO PER GLI ESAMI DEL SANGUE ESEGUITI CON IL POCT (POINT OF CARE TESTING)

DiGiuliano Monari

Apr 24, 2015

esterno ospedale cento1Per garantire una sempre maggiore sicurezza ed assicurare una risposta tempestiva ai bisogni di salute dei pazienti anche a Cento gli esami in regime di emergenza sono effettuati vicino al letto del paziente grazie all’utilizzo del “Point of Care Testing” (POCT), proprio come avviene storicamente per gli esami “salvavita” eseguiti con l’emogasanalizzatore, il primo “Point of Care Testing” usato da anni in tutti gli ospedali.

Il POCT costituisce un’integrazione al laboratorio e consente di avere una risposta tempestiva per l’assunzione di decisioni cliniche di emergenza. Rispetto al modello precedente nel quale era necessario attendere l’arrivo del tecnico di laboratorio reperibile per effettuare ora la processazione è immediata.

Il modello è reso efficiente dalla sinergia di tutti i professionisti coinvolti nel processo e – grazie anche all’innovativo collegamento in remoto (a distanza) ed dalla possibilità di avere una help line – garantisce sicurezza all’utilizzatore finale.

Gli strumenti POCT vengono controllati giornalmente dal personale di laboratorio, grazie infatti alla presenza di una valida equipe del laboratorio locale che si fa carico di tutti i controlli e della definizione di regole condivise a livello aziendale, viene assicurata l’attendibilità del dato analitico.

Ciò avviene applicando le procedure del Sistema di Qualità del laboratorio,  frutto del percorso condiviso con la Direzione del Dipartimento di Assistenza Ospedaliera, Pronto Soccorso e Laboratorio Unico Provinciale.

Le accuse sulla presunta superficialità degli esami eseguiti con il POCT sono scorrette e chiaramente strumentali “Ci sono particolari condizioni di criticità – afferma Enrica Montanari, responsabile del Laboratorio Unico Provinciale – dove nemmeno gli esami di laboratorio in emergenza possono fornire il quadro clinico completo del paziente.

Sono i casi in cui è necessario approfondire la condizione del paziente e ci sono tempi tecnici a cui non ci si può sottrarre.

È chiaro che tutti i dati analitici ottenuti con i POCT – al pari di un qualsiasi valore fornito dal laboratorio – sono integrati dalle competenze del clinico nella scelta dei percorsi diagnostico-terapeutici più opportuni. Va precisato, inoltre, che qualora i dati analitici ottenuti tramite POCT siano più alti rispetto ai valori di riferimento oppure al di fuori di essi, i campioni vengono inviati al centro Hub (Cona) per approfondire con esami di secondo o terzo livello l’alterazione del processo”.

Per un completo e sicuro addestramento del personale che utilizza il POCT a Cento, come già avvenuto anche nelle altre realtà aziendali che utilizzano il medesimo modello, il personale di Pronto soccorso è affiancato da quello di Laboratorio per tutto il periodo necessario per “prendere confidenza” con la strumentazione.

La gestione della strumentazione e del controllo di qualità, il controllo degli errori e dell’addestramento degli operatori, la perfetta rintracciabilità dei campioni e dei risultati, la corretta conservazione dei materiali, l’archiviazione nel sistema informatico del laboratorio, fanno si che le procedure siano sempre le stesse e niente di diverso si verifichi rispetto al “laboratorio centrale”.

Lo stesso modello è adottato con successo già dal 2011 all’ospedale di Argenta ed è in uso con le stesse strumentazioni anche in atre strutture della nostra regione e di regioni vicine.

Pur con le inevitabili difficoltà che ogni processo innovativo comporta, non si sono registrate criticità di rilievo e l’utilizzo del “Point of Care Testing” gode anche del  consenso del personale infermieristico.

Attivazione del POCT rappresenta, è bene ribadirlo, un modello organizzativo della nuova medicina di laboratorio che si inserisce nella rete provinciale dei laboratori secondo “Hub and Spoke”. Il modello prevede, infatti, un laboratorio centrale (HUB) dove vengono eseguiti tutti gli esami dei pazienti esterni che accedono ai punti prelievo del la provincia, tutti gli esami di specialistica dei pazienti ricoverati e le urgenze.

Dal 13 aprile sono stati eseguiti con il POCT esami a 70 pazienti per la maggior parte provenienti da Pronto Soccorso con una media di circa 6  pazienti nella fascia notturna, numeri ampiamente compatibili con l’attuale dotazione organica.

Infine,  poiché non risultano dati che diano suffragio all’affermazione che l’introduzione del “Point of Care Testing” abbiaallungato l’attesa dei pazienti che si rivolgono al PS, si chiede a quali dati faccia riferimento la Fp Cgil.

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