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L’INCHIESTA: CENTO, SANITA’ DAL FUTURO INCERTO

DiGiuliano Monari

Gen 3, 2019

Di Giuliano MONARI

Da parecchi anni l’ospedale di Cento è oggetto di programmi di riorganizzazione che si sono dimostrati fallimentari fin dall’inizio. Progressivamente- spiegano dall’interno del nosocomio -, “in modo particolare dal terremoto del 2012, con la costruzione della piastra chirurgica, si è andato depauperando il numero dei posti letto invocando una riorganizzazione per intensità di cura poi mai realizzata, con gravissimo disagio di tutti gli operatori e dei pazienti stessi. Piastra chirurgica che da 2 anni circa ha accolto anche la ginecologia, lasciando grande spazio nel reparto di provenienza che ospita un numero sempre in calo di parti. Dal 2009 siamo passati da 800 parti circa ad una proiezione di 340 nel 2018. nonostante l’attivazione della guardia attiva del Pediatra un neonato su 4 viene trasferito a Ferrara,  cosa mai successa prima. Le gravidanze a rischio sono aumentate in modo esponenziale per cui sono dirottate su Cona e Bologna. Raggiungere di nuovo i 500/700 parti l’anno per avere dignità e rientrare nelle linee guida scientifiche è molto probabile che sia impossibile ma ci si può provare. Pare però che la responsabilità sia delle centesi mentre all’interno del Servizio di Ostetricia non si è provveduto ad una riorganizzazione e ad una riqualificazione seria”. E ancora: “gli esami ematici nelle ore notturne – spiegano – nei prefestivi e nei festivi vengono eseguiti dai POCT che non sono risultati essere attendibili, infatti al Delta non ci sono”. È stata depauperata la Radiologia a Cento, infatti alcuni esami per essere effettuati devono essere concordati dal medico di medicina generale direttamente con il medico radiologo. Da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, nel dicembre 2015, è stata fatta una donazione di 40.000 euro per l’aggiornamento del software della Risonanza Magnetica dietro richiesta dell’AUSL di Ferrara, ma no sono mai state acquistate le bobine per poter utilizzare tale aggiornamento; tutto ciò ha comportato che soldi della comunità sono stati buttati al vento e gli esami sono meno corretti. È stata abolita la guardia medica attiva chirurgica per tre notti la settimana e sostituita da una reperibilità; in caso di necessità di reparto viene attivato il medico del Pronto Soccorso. Al Delta questo non succede, la guardia chirurgica è stata mantenuta”. Ma quali sono le necessità per l’operatività? “C’è bisogno di un letto ortopedico, di un monitor per un respiratore automatico, di un trapano ortopedico ma non vengono acquistati. Uno strumento urologico viene spostato da Cento al Delta a seconda delle necessità con tutte le conseguenza immaginabili”. Infine, “l’Urologia è stata distrutta: si era partiti con una vocazione della chirurgia del pavimento pelvico poi bloccata. Al Delta il Primario di Cona svolge una seduta operatoria settimanale, a Cento no”. Ma c’è dell’altro: “il Direttore dell’Unità Operativa di Ortopedia se ne va in Veneto, dove l’hanno dotato di tutto ciò che ha richiesto e noi, a Cento, non sappiamo da chi verrà sostituito ed il dott Biscione, validissimo ortopedico, con grande probabilità lo seguirà a breve. Su un’emittente televisiva locale si può vedere la pubblicità di ex dipendenti delll’Ospedale di Cento che invitano i cittadini a visite gratuite ortopediche per eventuali impianti protesici al ginocchio ed all’anca presso una struttura ferrarese, un centro privato convenzionato con l’AUSL di Ferrara, che da 7 protesi nel 2017 è passato ad oltre 80 lo scorso 2018 ed a Cento siamo limitati in tutto. Si dice – aggiungono – che questo centro abbia ricevuto, per la convenzione, circa 8 milioni di euro”. Poi – proseguono – “esistono spazi vuoti nell’ospedale di Cento come l’ala parallela alla Lungodegenza che attualmente è occupata da guano di piccioni e sporcizie varie; l’area dell’accettazione della Radiologia appena ristrutturata con il Pronto Soccorso che non sono utilizzati. Infine non esiste un progetto per i locali del vecchio Pronto Soccorso”. Anche il Laboratorio Analisi “chiede dignità: molti servizi presenti in altri Distretti, come le consulenze psicologiche, da noi non ci sono; l’attività motoria per gli anziani e per le malattie degenerative, per ci è stata fatta anche molta formazione, a Cento no è stata realizzata per ‘mancanza di ambienti idonei’. Dal 2011 sono stati fatti incontri si uncontri per realizzare un supporto specialistico per i pazienti in assistenza domiciliare, a il risultato è stato molto scarso”. Qual’è l’obiettivo che si è posta l’AUSL di Ferrara per l’Ospedale di cento? “Siamo sulla via del collasso totale quando invece come ospedale di primo livello si potrebbero fare molte cose in rete con un HUB che avesse voglia di collaborare, ma nessuno dice nulla a tal proposito”. Poi, a margine di questa nostra inchiesta, si pone anche il dott Giorgio Massini il quale afferma che “servono più medici, tecnici ed infermieri negli ospedali. Serve ridare dignità alle figure professionali che reggono il peso delle scelte atte al gretto risparmio. Serve una co-gestione Clinica innanzitutto, e solo poi manageriale per le scelte da attuare per migliorare i sevizi. Soprattutto – chiarisce – serve ricordare che le ‘regole Toyota’ (modello attuato dalla celebre casa automobilistica per la riorganizzazione interna, ndr) si possono applicare alle macchine ed ai loro pezzi di ricambio, non a pazienti o malati che richiedono regole della buona cura e dell’interesse alla guarigione”.

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