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L’EDITORIALE di Giuliano Monari: Legge ‘anti-abbandono’, era davvero necessaria? era questa la vera emergenza nazionale?

DiGiuliano Monari

Nov 9, 2019

Oggi affronto un argomento che ha diviso le opinioni e ha acceso la dialettica politica su un fenomeno, quello dell’abbandono dei minori in auto con conseguente morte, che andava trattato in ben altro modo. Ma soprattutto, si continua a guardare il dito perdendo di vista la luna, come sempre in questo strano Paese. E mi sento di condividere appieno questo articolo: Arrivata così, all’improvviso, la notizia dell’approvazione della legge  che impone l’obbligo di munirsi di seggiolini anti-abbandono per i bambini di età inferiore ai 4 anni, in vigore dal luglio 2019.

La cosa mi ha lasciato davvero stupito e perplesso per una serie di ragioni.

I drammatici casi di bimbi morti per essere stati lasciati in auto da genitori che hanno subito una “amnesia dissociativa” colpiscono moltissimo l’opinione pubblica.

Siamo sensibili al tema, certamente. Eppure, questa legge non la condivido per nulla.

Leggo che sarebbe “una misura necessaria per contrastare il fenomeno dell’amnesia dissociativa (causata solitamente dal forte stress) che in questi anni ha provocato diverse tragiche morti di minori dimenticati in auto”.

Le diverse tragiche morti sono 8 in 10 anni. Meno di uno all’anno.

Considerato che nascono circa 500.000 bambini all’anno e che la legge si riferisce a bambini sotto i 4 anni, possiamo dire che l’emergenza è data da un caso su 2 milioni di bambini.

Una legge per prevenire un caso su 2 milioni, vi rendete conto?

Lo so che ogni vita è importante, ma uno su due milioni è una casistica pressoché irrilevante per una nazione.

Perché, per l’appunto, il singolo caso colpisce moltissimo quando, purtroppo, accade, ma NON è un’emergenza.

L’emergenza è la povertà dilagante, l’emergenza sono i bambini che non possono accedere alle mense scolastiche, sono i bambini che vivono in condizioni di degrado fisico e sociale.

Queste sono emergenze.

E invece, per tentare di prevenire un caso su due milioni si fa una legge che costringerà 2 milioni di famiglie a cambiare seggiolino o a munirsi di dispositivi idonei.

Eppure moltissime famiglie che usano l’auto lo fanno solo per i week end o le uscite serali: che bisogno ha di un seggiolino anti-abbandono chi porta i figli a piedi o in bici ( e crediamo siano tantissimi) ?

Tutte le casistiche italiane riguardano infatti bambini “dimenticati” (odio questa parola perché ovviamente non si dimentica un figlio, ma si ha un black out mentale) nel tragitto casa-asilo-lavoro.

Molti hanno due o più figli nella stessa scuola, e questo evita senz’altro la possibilità di lasciarli in auto.

Altri ancora hanno l’asilo che, in seguito a questi casi, avvisa. Non era più semplice prevedere questa formalità?

4 anni, poi, sono tantissimi, a 4 anni i bambini sanno telefonare con il cellulare, figurarsi se non sanno slanciare la cintura di un seggiolino.

No, si impone l’acquisto di un nuovo strumento, e va anche considerato che molte famiglie non hanno un seggiolino per bambino ma ben di più (uno dai nonni, dalla baby sitter, dagli zii… che si fa, se ne cambiano 5??).

Inoltre, come per ogni legge, non tutti si adegueranno, quindi quell’unico drammatico caso si potrebbe avverare comunque.

E in un paese come l’Italia dove già si fatica a usare il seggiolino “normale”: non fanno notizia sui TG, ma i bambini morti per essere stati sbalzati fuori dall’auto mentre erano in braccio alla mamma o slegati sono ben più numerosi, eppure basta andare fuori dalle scuole per vedere l’anarchia totale anche davanti alla polizia municipale: perché non si sensibilizza all’uso dei seggiolini intanto??

Questa legge costa, e non poco.

Oltre agli 80.000 euro annui per 3 anni in campagne di informazione e sensibilizzazione, costerà poi in detrazioni o agevolazioni per l’acquisto (pare fino a 200 euro, fate voi i conti del costo a livello nazionale…) : una vita è importante, certo, ma anche “solo” 2 o 300.000 euro possono salvare ben più di un bambino se spesi in altro modo.

Ci sono bambini che muoiono facendo attività pericolose (arrampicata, minicar ecc), eppure si lascia, giustamente, capacità di autodeterminazione alle famiglie.   Se so di avere una vita stressante, mi comprerò il dispositivo. Se non lo compro e mi capita, non deve essere un problema nazionale, come non lo è il bambino tragicamente morto sulla minimoto o sul trattore del nonno.

Nel continente europeo, come nel resto del mondo, gli incidenti rappresentano la prima causa di morte in bambini di età compresa tra 1 e 14 anni (28% di tutte le morti) e, tra questi, soprattutto gli incidenti stradali. La seconda causa di morte è l’annegamento: quante pubblicità progresso ci sono sul punto? Qualche campagna alla radio, di tanto in tanto. Avete visto incentivi per corsi di nuoto o per insegnare come evitarli?

Invece no, occupiamoci di un caso su 2 milioni, che tanto le famiglie italiane non hanno altri bisogni che un seggiolino anti-abbandono.

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