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LEGGE DI BILANCIO E ARTICOLO 96: PIGNORAMENTO DEL CONTO CORRENTE, CHI E COME

DiGiuliano Monari

Nov 29, 2019

Articolo 96 della Legge di Bilancio 2020. E’ in questo passaggio del documento di programmazione economica presentato dal Governo al Parlamento che, tra tecnicismi e macchinose dissertazioni, si estende agli enti locali la possibilità di riscuotere in maniera coattiva i tributi locali non versati (Imu, Tasi e multe) arrivando a pignorare il conto corrente dei contribuenti o a disporre il blocca amministrativo dei beni.

E non dopo anni di avvisi e mancate risposte, ma dopo soli 60 giorni in caso di non avvenuto ricorso, come riporta Barbara Benedettelli nel suo articolo su Il Giornale.it.

Cosa succede da gennaio

In pratica se il testo venisse approvato nella sua forma originaria, dal primo gennaio 2020, l’avviso di accertamento inviato dal Comune al contribuente varrebbe come intimidazione ad adempiere. Trascorsi i 2 mesi l’atto diventerebbe immediatamente esecutivo e il Comune (o la Provincia e Regione) potrebbe rispondere con il pignoramento del conto senza che alcuna cartella esattoriale venga inviata. 

Si tratterebbe di una misura atta a rispondere all’obiettivo di lotta all’evasione fiscale, stella polare del progetto Conte. Secondo i numeri riportati dall’esecutivo ogni anno solo di Imu e Tari vengono evasi 5 miliardi di euro.

E chi paga sono i piccoli evasori

La procedura di recupero delle somme evase sarebbe quindi estremamente veloce ma, ancora una volta, andrebbe a colpire i piccoli evasori e non i grandi elusori fiscali che la farebbero franca anche in questo caso. Il pignoramento coatto dei propri risparmi, infatti, varrebbe solo per somme inferiori ai 10.000 euro, mentre chi ruba di più sarebbe “graziato” e continuerebbe a godere dei tempi lunghi della burocrazia italiana.

Il sollecito di pagamento, infatti, verrebbe inviato solo a chi si trova in una condizione debitoria maggiore, mentre ai cittadini verrebbe solo concessa la possibilità di rateizzare il dovuto fino a un massimo di 72 rate. Gli enti locali si troverebbero nelle condizioni di diventare esattori fiscali e il timore è che i Comuni possano abusare facilmente di tanto potere accanendosi sulle fasce più deboli. Secondo il leader leghista Matteo Salvini: “Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare secondo me siamo all’Unione sovietica fiscale, lo stato di polizia fiscale”.

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