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OSPEDALE DI CENTO, PETTAZZONI (LEGA NORD): “DALL’ASSESSORE VENTURI SOLO “NON RISPOSTE”. MA SAPPIA CHE NON CI FERMIAMO, VOGLIAMO CONCRETEZZA NON “RISPOSTE POLITICHE””

DiGiuliano Monari

Lug 27, 2016
esterno ospedale centoCon numerose interrogazioni Marco Pettazzoni, consigliere regionale della Lega Nord, ha chiesto chiarimenti e risposte sull’ospedale di Cento.

 “Alcune scelte, che riteniamo sbagliate, dell’Azienda sanitaria e della direzione, stanno producendo insofferenza nei cittadini-pazienti, ed anche negli stessi operatori, soggetti ad un carico di stress eccessivo” – aveva segnalato l’esponente del Carroccio.
I punti di maggiore attenzione, a suo avviso, “il depotenziamento dell’aritmologia e della parte protesica in ortopedia, l’eliminazione della Guardia chirurgica, ma anche mancanze in Terapia intensiva multidisciplinare e nell’area chirurgica, con pazienti “deviati” su altri ospedali, interventi saltati, la totale “estinzione” del laboratorio analisi, mentre anche il “punto nascita” sembra destinato a scomparire, per l’assoluta mancanza di progettualità”.
Interrogazioni rimaste senza risposta, fino ad alcuni giorni fa. “Finalmente l’assessore alla Salute della Regione Emilia Romagna, Sergio Venturi, mi ha risposto – segnala il leghista –  ma le sue risposte sono del tutto incomplete e insufficienti, scaricando le colpe, come nel suo stile, su riorganizzazioni varie e Commissioni consultive.
Venturi mi fa sapere” – commenta Pettazzoni – “che all’Azienda Usl non sono arrivate lagnanze sulle prestazioni del laboratorio dell’Ospedale di Cento, e che l’attività protesica gli risulta essersi mantenuta costante – ma a me risulta diversamente. A proposito del punto nascita, invece, l’assessore rimpalla le mie domande all’approfondimento in corso da parte della commissione consultiva tecnico scientifica regionale, lasciando me, ma soprattutto i cittadini di Cento, in attesa, di risposte, e di servizi.
In ultima battuta” – chiude il consigliere regionale leghista – “trovo inaccettabile che si dica, come fosse una prassi normale e giusta, che nei momenti di picco influenzale gli interventi chirurgici slittano, perché pazienti che necessitano di cure internistiche occupano provvisoriamente anche i posti letto chirurgici. Un nosocomio dovrebbe essere attrezzato per far fronte alle epidemie influenzali senza intasare le liste di attesa chirurgiche, se così non è si dovrebbero prendere provvedimenti, anziché dare risposte fumose”.

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