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Lettera al Direttore: la favola dell’ amministratore e del coniglio

DiGiuliano Monari

Dic 19, 2017

Caro direttore,
Poiché questo mondo è diventato difficile da comprendere, ritengo opportuno creare nuove storie e favole moderne per descriverlo ai bimbi che lo vivono oggi. Io per la mia nipotina ne ho scritta una.. la favola dell’ amministratore e del coniglio, che ho il piacere di condividere con voi:

In un paesino viveva un uomo, che per lavoro amministrava un condominio. Era così bravo che alcune persone gli proposero di amministrare il proprio condominio, più grande e bello, ma che da anni era mal gestito. Gli dissero:”ci sono appartamenti vuoti da riempire e il palazzo va ristrutturato, ma se lavoriamo insieme sarà il più bel palazzo di sempre!”. Lui che era tanto ambizioso accettò di buon grado.

Nel tragitto da un condominio all’altro, incontrò un bel coniglio: era tutto bianco e sembrava mal nutrito. Mordicchiava una penna dalla gran fame che aveva. Lui, intenerito, decise allora di prenderlo con se; credeva che prendersene cura sarebbe stato di buon auspicio nel suo nuovo lavoro. Ma il coniglio non era che molto annoiato e stufo di mordere sempre le stesse cose. Quell’uomo gli sembrò l’occasione per mordere cose più belle ed importanti.

Arrivato a destinazione riempì il condominio con nuovi inquilini, lasciando vuoti solo gli appartamenti più belli. Ridipinse la facciata del palazzo e mise il coniglio nel sottotetto, dandogli tante carote da tenerlo sempre occupato. Qualcuno chiese se il coniglio fosse necessario, lui rispose che danni non ne poteva fare.

Tutto sembrava andare bene ma il coniglio stanco di mordere carote e avendo i denti che crescevano sempre più, si guardò in torno in cerca d’altro da rosicchiare. Aimè il sottotetto era importantissimo per il palazzo, vi passavano cavi e tubature che servivano a tutti i condomini.

Così iniziò a mordere tutto quello che trovava; al suono di “cri cri cri” per prima cosa rosichiò i cavi del telefono, interrompendo tutte le comunicazioni.
I condomini che non riuscivano più a parlarsi nemmeno tra di loro, informarono di persona, uno ad uno l’amministratore, che sebbene molto occupato a far non si sa bene cosa, promise che presto avrebbe risolto il problema.

Nonostante il suono “cri cri cri” fosse udibile in tutto il palazzo, nessuno gli dava peso, così il coniglio prosegui mordendo i cavi dell’energia elettrica.
Gli abitanti senza più una luce che facesse da faro nel buio, sbattevano di qua e di là facendosi un gran male, ma non avendo più il telefono non riuscivano a parlare all’ amministratore. Qualcuno andò nuovamente a trovarlo, lamentandosi in maniera energica devi vecchi e nuovi problemi; ma lui rispose nuovamente che presto si sarebbe occupato del problema e anzi, a quelli più arrabbiati avrebbe regalato gli appartamenti più belli. Nel frattempo qualcuno degli altri condomini suggerì che quel “cri cri cri” fosse la causa dei guasti. Eppure presi dalla rabbia i nuovi condomini accusarono gli anziani, dicendo di non aver pagato vecchie bollette e di fare i furbi all’ombra di tutti. Gli accusati offesi abbandonaro il condominio.

I restanti inquilini convinti di aver risolto il problema si misero in attesa dell’amministratore, per loro era in buona fede e presto tutto si sarebbe sistemato. Erano talmente felici di aver prevalso sugli altri abitanti del palazzo che non fecero caso al “cri cri cri” sempre più forte che proveniva dal sottotetto.

Il coniglio coi denti ormai allenati e sicuro che nessuno lo avrebbe disturbato, prese infine di mira le tubature. Così a poco a poco iniziarono a piovere sulla testa degli inquilini fanghi  puzzolenti e malsani. Ormai preoccupati ed esasperati dalla situazione, corsero dall’ amministratore, ma ebbero l’ultima brutta sorpresa: lui aveva addocchiato altro condominio e del loro non importava più.

Preoccupati decisero di cercare da soli il problema e finalmente capirono che quel  “cri cri cri” era la fonte dei guai. Andarono nel sottotetto ma non vi trovarono nulla. Il coniglio aveva seguito l’amministratore nel nuovo condominio. Ormai anche per loro era tempo di abbandonare il palazzo, tristi delusi e sporchi di fango.

Morale? Mai fidarsi degli amministratori.. Ma sopratutto dei conigli!

Lettera firmata