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SANITA’: A Modena medici e infermieri come in trincea, la USL corre ai ripari

DiGiuliano Monari

Lug 25, 2019

Medici e infermieri in trincea e non necessariamente in zone di guerra. Il mestiere degli operatori sanitari sta diventando sempre più a rischio a causa delle frequenti aggressioni sia fisiche che verbali alle quali sono sottoposti spesso i camici bianchi, e Modena non è immune. Nel 2018, fa sapere l’azienda sanitaria, sono state 44 le aggressioni denunciate dal personale sanitario in servizio negli ospedali modenesi da parte di pazienti e parenti di questi ultimi. Un ritardo nella visita, un’attesa troppo lunga, oppure semplicemente i nervi che saltano per un nonnulla. Le intemperanze dei pazienti nei confronti dei sanitari hanno cause molteplici e a volte non si fermano alle offese verbali, ma arrivano a pericolose aggressioni fisiche o a sfuriate con danneggiamento degli arredi. Per questo l’Ausl da tempo è corsa ai ripari prevedendo un servizio di vigilanza per 24 ore anche al pronto soccorso di Baggiovara e sta valutando di dotare gli operatori nei contesti a maggior rischio di trasmettitori tascabili per poter inviare chiamate immediate con un pulsante. Al Policlinico nel frattempo sono state installate più telecamere sia al pronto soccorso che in altre aree a rischio, più occhi elettronici anche a Baggiovara dove tra l’altro si è registrata l’unica aggressione denunciata da parte di un infermiere nel 2019 anche se i dati di quest’anno sono ancora da consolidare. Numeri che sembrano piccoli, come i 44 casi del 2018 se confrontati alle oltre 46 mila persone ricoverate negli ospedali modenesi lo scorso anno, ma sentinella di un fenomeno da non sottovalutare. FONTE MODENA IN DIRETTA, articolo di 
Emanuela Zanasi

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