Emozionante l’incontro con l’attivista Juliana Lohar da anni impegnata a contrastare il fenomeno delle spose bambine, costrette a diventare “devasasi “(divinità schiava). Juliana ad oggi ha liberato 900 bambine “devasasi” grazie alla sua determinazione e al sostegno dell’Organizzazione Non Governativa “Arz” che si occupa di traffico sessuale dei minori.
Le bambine vengono vendute dai loro familiari prima della pubertà, considerata peccaminosa e costrette a prostituirsi con maschi adulti senza scrupoli. Le bambine sono riconoscibile dalla “mutt”, una collana con grani rossi e bianchi che indossano per “distinguersi” dalle altre bambine. Un oggetto simbolo di emarginazione e rifiuto da parte della società indiana che vieta loro di istruirsi e fare famiglia.
La devasasi è stata dichiarata illegale da una legge dell’India nel 2009, ma ancora praticata in alcune aree del paese.
Una testimonianza forte davanti ad una platea di studenti e studentesse che con interesse e sconcerto ha seguito la narrazione di Juliana.
Un grazie all’Associazione “Gli angeli di Daniele Po” che ha organizzato l’evento in occasione della consegna del Premio Internazionale Daniele Po a Juliana Lohar.
