20 maggio 2014 presso Regione Emilia Romagna
DUE ANNI SONO TANTI O SONO POCHI?
Certamente sono sembrati eterni. I ricordi vacillano sulle azioni delle prime ore, sulla fase dei primi soccorsi alla popolazione.
Quando ci finiscono tra le mani i libri fotografici su ciò che è stato, dinanzi a foto che ci ritraggono spesso rimaniamo sospesi, quasi avessimo perso la consapevolezza di ciò che si è fatto. Credo non capiti solo a me di rivedere questi due anni con una sensazione di stupore. Per ciò che è successo, per ciò che si è dovuto fare. Per ciò che tutti assieme si è saputo fare.
Abbiamo cambiato molte fasi di attività: dalla gestione dei campi, alle opere provvisionali, alla programmazione con i piani della ricostruzione, alla gestione degli iter per la ricostruzione dei privati, fino all’inizio della ricostruzione pubblica.
Alcuni luoghi simbolo sono già ritornati alla normalità (penso a Cento e alla nostra Rocca medievale, riaperta da qualche mese o al nostro centro storico aperto e fruibile, pur con le sue cicatrici, da oltre un anno)
Altri lavori stanno partendo.
Dobbiamo avere la consapevolezza che non tutto è perfetto, che non sempre la prima risposta è stata la più efficace possibile , ma credo si possa essere comunque orgogliosi per il bilancio delle cose fatte.
Il sistema di norme eretto a garanzia dal rischio di infiltrazioni malavitose sta funzionando.
Il sistema di regole costruito per dare certezza all’impegno assunto, sta dando i suoi risultati.
NESSUNO si arricchirà dal terremoto.
La serietà dimostrata nella rendicontazione, anche a livello internazionale, rappresenta un punto d’orgoglio per tutti noi.
C’è sempre stato un livello di aspettativa alto verso noi emiliani: l’Emilia Romagna, come ogni prima della classe, è sempre sotto esame, sempre circondata da forti attese.
Credo che si sia dato un segnale positivo anche di fronte a questa difficilissima prova. Certo nemmeno noi emiliani siamo in grado di fare miracoli: ripartire dopo un terremoto, soprattutto se sovrapposto alla più pesante crisi economica che abbia mai colpito il Paese, non è cosa di mesi.
Dalle prime ore ho sempre usato l’immagine della maratona: “questa non è una corsa dei cento metri”, ho sempre detto. “E’ una maratona. Bisogna prendere il ritmo più alto possibile e mantenerlo, sino a fine gara.”
Credo che questo stia avvenendo.
Certo non mancano occasioni di polemica: di chi sul terremoto ci specula per un poco di visibilità politica, di chi ha davvero un forte disagio e non riesce ad incanalare la propria rabbia verso l’evento ma preferisce indirizzarla verso le istituzioni, di chi vive con fastidio e un sostanziale senso di rifiuto l’evento terremoto, lo ha già rimosso e oggi tende al negazionismo, come se l’evento sismico quasi non ci fosse stato.
Il sistema delle istituzioni sa che esistono anche questi fenomeni e deve reggere anche questo peso.
In questa giornata di bilancio e di ricordo un grazie credo debba essere rivolto al sistema di protezione civile, professionale e volontario, ai dipendenti di comuni, province e regione che sono andati ben oltre il rigido mansionario, al sistema dello Stato nel suo complesso che ha dimostrato di esistere e assieme a noi ha riscritto sul campo una brutta legge di protezione civile accettando che nascesse il modello emiliano romagnolo. Oggi un patrimonio per l’intero Paese.
Un ringraziamento speciale mi sento di rivolgerlo a chi ha avuto in questa storia, che ancora sta proseguendo, le più alte responsabilità: al Presidente Errani e al Prefetto Gabrielli. Come Alto Ferrarese questa sera li celebreremo e conferiremo al Commissario straordinario la cittadinanza onoraria della neo nata Unione Alto Ferrarese. Un modo per dire grazie ad un uomo che ha fatto il proprio dovere mettendoci tutto se stesso e, per suo tramite, per dire grazie all’intero sistema che ha retto questo carico straordinario.
Scherzando, più di un anno fa con l’Assessore Gazzolo dicevo che forse dovremmo fare un anello speciale, tipo quello del superball da dare a chi ha vissuto in modo così totalizzante questa esperienza profondissima ed indimenticabile. Un modo per riconoscere nel tempo chi ha nel cuore simili ricordi e analoghe fortissime sensazioni.
Con la cittadinanza onoraria a Vasco Errani l’alto ferrarese oggi dice grazie anche a tutti noi.
Esprime la profonda condivisione per il modello di gestione del Comitato Istituzionale, che ha saputo mettere al centro i territori e le sensibilità locali.
Un pensiero va rivolto a chi oggi è ancora senza una casa. Un numero che sta calando velocemente ma che ha ancora dimensioni significative. Per loro deve proseguire l’impegno del nostro Comitato istituzionale. Per loro è importante una occasione di ricordo come quella di oggi per non spegnere la fiamma dell’attenzione su una tragedia che è stata sempre poco mediatica.
Proseguiamo dunque in questa maratona, sapendo che abbiamo rotto il fiato e che la gamba appare ancora buona. Il traguardo si avvicina.
Il Sindaco
Piero Lodi