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IL PENNIVENDOLO: Non Io … Editoriale

DiGiuliano Monari

Ago 14, 2019

Di Giuliano Monari – Prendo in prestito, chiedendoLe umilmente scusa, le parole di una grandissima Donna e Giornalista, nonché scrittrice, per sottolineare un concetto poco chiaro, specialmente in questi tempi dove il ‘politically correct’ e il supino scrivere per ‘mangiare’ fa gridare, da più parti, addosso ai giornalisti: falsi, assoldati, asserviti. Per certi versi con buona ragione. Ma, ad onor del vero, va detto che – comunque – un piatto di pasta in tavola bisogna pur metterlo. Ma, c’è un ma: con dignità e rispetto, per se stessi, per la professione e per i lettori. Difficile. Un equilibrio davvero difficile. Che io, però, ho inseguito e tutt’ora inseguo. Spesso riuscendovi, anzi, quasi sempre. Un mestiere difficile quello di raccontare i fatti della Gente. Ci vuole empatia, rispetto, dignitoso distacco, grande acume, precisione e attenzione alle sensibilità delle persone. Difficile. Non impossibile. E Oriana Fallaci, a mio avviso, c’è riuscita. Lungi da me paragonarmi a tanta Donna, ci mancherebbe, ma nel mio piccolo, nella mia grande ignoranza, cerco sempre di attenermi ai fatti, alle mie sensazioni, alla mia sensibilità e alla mia empatia verso il lettore. Ed ecco perchè ho voluto chiudere questo mio piccolo scritto di mezza estate con una lettera di Oriana Fallaci. Un po’ perchè anch’io ho mancato la laurea in Medicina, per altri motivi, un po’ perchè anch’io, modestamente, non mi sento un ‘pennivendolo’.

A diciassette anni fui assunta come cronista in un quotidiano di Firenze. E a diciannove o giù di lì fui licenziata in tronco per aver respinto il principio dell’orrenda parola “Pennivendolo”. Eh, si. Mi avevano ingiunto di scrivere un pezzo bugiardo su un comizio d’un famoso leader nei riguardi del quale, bada bene, nutrivo profonda antipatia anzi avversione. (Togliatti). Pezzo che, bada bene, non dovevo firmare. Scandalizzata dissi che le bugie io non le scrivevo, e il direttore (un democristiano grasso e borioso) rispose che i giornalisti erano pennivendoli tenuti a scrivere le cose per cui venivan pagati. “Non si sputa nel piatto in cui si mangia”. Replicai che in quel piatto poteva mangiarci lui, che prima di diventare una pennivendola sarei morta di fame, e subito mi licenziò. La Laurea in Medicina non la presi anche per questo. Ossia perchè mi trovai senza lo stipendio necessario a pagare le tasse dell’ Università. 
No, nessuno è mai riuscito a farmi scrivere una riga per soldi. Tutto ciò che ho scritto nella mia vita non ha mai avuto a che fare con i soldi.

Oriana Fallaci

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