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LETTERA AL DIRETTORE: Alcune domande in merito al Piano della Ricostruzione

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 Egr direttore

Letto il documento del presidente della commissione “Assetto del Territorio” Cosma Tassinari, come cittadino ma anche come ex presidente della stessa commissione, vorrei porre alcune domande visto che par di capire “come “punto cardine”, che si intende modificare il PSC Adottato grazie al Piano della Ricostruzione. Mi chiedo: è opportuno enfatizzare l’utilizzo di un evento disastroso come il terremoto per rivedere il PSC? Può una “scorciatoia” come questa eliminare tutti i doverosi passaggi istituzionali che sono stati fatti in precedenza? Non difendo a “denti stretti” il PSC (questo spetta semmai a coloro che vi sono stati inseriti) ma non è presunzione leggere che ora si è progettato in ”maniera intelligente”, mettendo quindi in discussione i precedenti tecnici? Secondo il presidente erano incompetenti? L’attuale PSC è il risultato di uno studio durato oltre 5 anni e realizzato da importanti architetti con un costo di 700.000 Euro a carico della comunità. Io stesso, come presidente, ho disposto diverse commissioni aperte alle forze sociali della città per avere pareri, consigli e perché fosse realizzato uno strumento urbanistico accorto e oculato. Va poi sempre precisato che tutto quello che è elaborato nell’attuale PSC va inteso come “vocazione edificatoria”: solo il POC (Piano Operativo Comunale) stabilirà cosa e come si dovrà urbanizzare (non si “lasciano strascichi…”). Inoltre, e non è cosa di poco conto, il PSC è stato adottato condividendolo con i sindaci dei comuni dell’Alto ferrarese, pertanto i “carichi” urbanistici (del verde, sportivo, industriale, abitativo) sono calibrati con le esigenze di questo ampio territorio. Tenuto conto che questa amministrazione celebra di entrare nell’Unione dei Comuni, che unione sarà se ognuno urbanizza “pro domo sua”? Tanti i dubbi sulle proposte “significative e realizzabili” indicate nel piano approvato in consiglio, poi, perché si celano dietro ad una “Variante al vigente PRG”? Un inciso. Presidente mi permetta: ammetto di aver fatto una proposta che sa di “promessa” ma la pensavo utile, come dice lei, per “ migliorare la qualità della vita nella nostra città”, come potrebbe esserlo la bistrattata ferrovia. Il PSC pensavo dovesse essere lungimirante, prevedere, auspicare un futuro “pulito” e lasciare una “traccia” su di una mappa ai posteri facendo vedere che qualcuno ci aveva pensato ad un possibile percorso ferrato, mi pareva giusto (sempre che un giorno ci fossero state le condizioni e aggiungo che anche il PD aveva, in commissione, votato a favore). Sono stato ingenuo presidente ma a fin di bene… Entrando nel merito del Piano della Ricostruzione del Comune di Cento, si legge che si rifà alla Legge Regionale 16 del 21 dicembre 2012. Tale legge, disciplina gli interventi per la ricostruzione (in particolare all’art. 7, punto 1): “sulla base della rilevazione dei danni prodotti dal sisma …, e tenendo conto degli elementi conoscitivi presenti negli strumenti vigenti e adottati (a Cento quindi il PSC adottato), i comuni, … possono individuare gli aggregati edilizi da recuperare attraverso interventi unitari. Negli aggregati edilizi la progettazione deve tenere conto delle possibili interazioni derivanti dalla contiguità strutturale con gli edifici adiacenti, secondo quanto previsto dalla normativa tecnica per le costruzioni vigenti…” Cosa centra con la “ricostruzione” la “pianificazione urbanistica di medio termine” che puntualizza il presidente? Anche perché la legge regionale cita gli “aggregati edilizi” che al punto 2 sono descritti come “insieme di unità strutturali che siano accorpate tra loro o a contatto, le quali possono interagire sotto un’azione sismica o dinamica in genere..” Pertanto quali “aggregati edilizi” prevede una “previsione di nuove urbanizzazioni in maniera mirata e funzionale”? Nelle UMI (Unità Minime di Intervento) l’amministrazione comunale dovrebbe assicurare: a) “l’unitarietà della progettazione e dell’intervento sotto il profilo strutturale, tecnico, economico ed urbanistico; b) rendere il dimensionamento delle UMI compatibile con le esigenze di rapidità, fattibilità ed unitarietà dell’intervento”. Come sia possibile ottenere questo con “pochi interventi, significativi e realizzabili” (che poi non sono nemmeno pochi…) lo sa solo il presidente, come pure non è dato sapere come, attraverso la “ricostruzione”, si possa dare risposte “a quelle imprese…, che vogliono e possono investire nella nostra comunità, perché possano …crescere anche in termini di personale impiegato, per fare sì che nel nostro Comune non si debba mai dire che si è persa l’occasione di creare posti di lavoro a causa della burocrazia”. Ma quanto ha scritto presidente, è avvallato da un documento congiunto con le associazioni imprenditoriali? L’art. 12 della legge regionale 16, denominato “Piano della ricostruzione” intende “favorire la rapida e completa attuazione degli interventi di riparazione, ripristino con miglioramento sismico e di ricostruzione e volti al raggiungimento di più elevati livelli di sicurezza sismica, efficienza energetica e qualificazione dell’assetto urbano da parte dei privati interessati. Al punto 2 si è ancora più espliciti: il piano della ricostruzione individua le UMI che necessitano di modifica della disciplina prevista dalla pianificazione urbanistica, stabilendo i sistemi strutturali, gli ingombri planivolumetrici ed le caratteristiche progettuali più appropriate, ai fini della conservazione dei tessuti urbani da ricostruire, e ogni altra regolamentazione di dettaglio necessaria per procedere con intervento diretto alla realizzazione degli interventi” Questo dice la legge in sintesi ma dice anche all’art. 18, che “il piano della ricostruzione, elaborato attraverso un ampio processo di consultazione e di partecipazione attiva delle popolazioni interessate… è adottato entro e non oltre il 31 dicembre 2013”. Quando è avvenuta questa ampia consultazione e partecipazione dei cittadini? Il presidente poi scrive che ci sarà entro l’anno la “definitiva approvazione” di questo piano, ma quale? Il sindaco ha sempre sostenuto che il PSC scade nel 2015… Mi auguro che a breve sarà data risposta a queste mia serie di domande ma chiudo con questo ultimo quesito: dopo i 700.000 Euro già spesi quanto costerà alla comunità questa “nuova pianificazione di medio termine”? Ringrazio anticipatamente per le risposte. Claudio Tassinari – “La Rocca – I Civici Centesi” Già presidente della Commissione Ambiente e Assetto del Territorio del Comune di Cento

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