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PD: “Le destre stanno cavalcando il sentimento populista sulla residenzialità storica”

Nella seduta consigliare di mercoledì sera, i consiglieri della maggioranza si sono espressi compattamente
contro l’o.d.g. di Fratelli di Italia che chiedeva al Sindaco di intervenire presso la Regione contro la recente
delibera (del 18 dicembre 2023) che dispone che i regolamenti comunali non possano più prevedere la
residenzialità storica come motivo premiale nelle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari.
Detto in termini semplici, la Regione non consente più che chi risiede da più tempo nel territorio di un
comune goda per questo di un punteggio aggiuntivo nelle graduatorie per la casa.
Nell’ o.d.g. questa disposizione regionale viene presentata come una indebita ingerenza della Regione nella
libertà di ciascun Comune di formulare i propri regolamenti e stabilire i propri criteri. In realtà la Regione
non fa altro che richiamare una sentenza della Corte Costituzionale (sentenza 9/2021) che definisce
incostituzionale e discriminatorio privilegiare nelle graduatorie chi risiede da più tempo sul territorio,
auspicando una omogeneità di regolamentazione su tutto il territorio regionale, fondata su un principio di
equità che riconosce la grave situazione di bisogno abitativo, come base operativa della formulazione delle
graduatorie
Nel nostro regolamento comunale viene valutato lo stato di indigenza, la presenza di disabili o anziani nel
nucleo familiare, il numero di figli, la perdita della casa per sfratto, o separazione. Stiamo parlando di
persone in difficoltà che, tra l’altro, possono essere state spinte proprio dal bisogno a spostamenti che non
consentono loro di essere residenti di lunga data.
La residenza storica non va confusa con il requisito della residenza. Sono infatti ammessi alle graduatorie
solo coloro che risiedono nel Comune di Cento al momento della domanda e inoltre che risiedono o
lavorano stabilmente nel territorio regionale da almeno tre anni. Riteniamo che questo requisito
costituisca già ampiamente una garanzia di presenza stabile sul territorio dei soggetti che presentano
domanda e la loro appartenenza alla comunità. Essi sono quindi titolari del pieno diritto di accedere ai
servizi offerti dal comune e di essere sostenuti nelle situazioni di difficoltà.
Nel nostro Comune si cerca di affrontare i veri problemi delle case popolari, investendo 2,1 milioni (fondi
PNRR) per l’adeguamento sismico ed efficientamento energetico di alcuni alloggi, così come la vendita di 2
alloggi non economicamente vantaggiosi nel recupero per permetterne la ristrutturazione di altri.
Le destre stanno cavalcando il sentimento populista che i residenti (“i nativi”) che pagano le tasse
verrebbero superati dagli “stranieri” nelle graduatorie dei servizi sociali, inclusa quella dell’assegnazione
degli alloggi popolari.
Noi riteniamo questa idea, oltre a non essere reale e contraria alle sentenze costituzionali, sposta
l’attenzione dai veri problemi che presentano le case ERP, ovvero la risposta equa ai bisogni di residenza
dettati dalle condizioni economiche.