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PIEVE DI CENTO: RIAPERTA LA COLLEGIATA DI SANTA MARIA MAGGIORE

DiGiuliano Monari

Nov 26, 2018

Una giornata unica per Pieve di Cento. 

Entusiastiche le parole del sindaco di Pieve Sergio Maccagnani che, al termine della funzione celebrata da sua Eccellenza Mons. Zuppi, dopo le parole di Don Angelo e prima del Presidente Stefano Bonaccini ha detto: “Un grande giorno di festa per Pieve oggi. Nel mezzo di una informazione fatta spesso di brutte notizie e di conflitti, la riapertura della collegiata rappresenta una bella storia. Una storia vera. Una storia che abbiamo vissuto insieme, una storia che va custodita e che va raccontata e di cui dobbiamo andare orgogliosi.

La storia di una ferita forte. Quella del 29 maggio che colpi tutta la nostra comunità, che colpi il simbolo della nostra città, qui da dove è iniziata la storia della nostra comunità, la Pieve appunto. Quel crollo della cupola ridusse la Chiesa ad un luogo di macerie e di polvere.

Una storia fatta di persone. Che nell’emergenza ha visto il lavoro paziente e rassicurante delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, della protezione civile qui presenti. Il salvataggio del Crocifisso e delle Opere dei grandi artisti del ‘600. La richiesta di tutta Pieve di tenere i propri beni, la propria storia qui a Pieve. L’accettazione, unica in tutto il cratere del terremoto, da parte della Soprintendenza della richiesta di poter custodire le Opere nel museo di Giulio Bargellini che per un periodo si è trasformato anche in chiesa provvisoria. 
E poi il lavoro puntuale e preciso fatto con passione e amore da parte di ingegneri, progettisti, dei responsabili e dei tanti lavoratori dell’impresa Leonardo che hanno restituito alla comunita il proprio luogo di culto dopo 6 anni e mezzo da quel terremoto.

Una storia di comunita la nostra. La storia di una comunità che sta dimostrando che non serve sempre urlare, non serve sempre indicare le responsabilità in qualcuno di diverso da noi. Ma che per avere risultati serve semplicemente adoperarsi. Serve l’impegno ed il lavoro che possono produrre risultati straordinari, come reputo il percorso della ricostruzione post sisma di Pieve, quando viene fatto sulla base di una visione d’ insieme, di un progetto di comunità verso il quale tendere. Quando si lavora su un progetto che riesce a coinvolgere la comunità tutta e a rafforzarne l’dentità possono accadere miracoli. È vero che il Crocifisso lo abbiamo solo a Pieve. Ma da questa storia e grazie alla nostra devozione verso il Crocifisso speriamo di poter essere in grado di mandare un messaggio di speranza e di esempio anche ad altre comunità che sono alle prese con percorsi di ricostruzione post sisma.

Grazie alla Regione e al Presidente Bonaccini per le risorse stanziate che rappresentano il fatto che le istituzioni, la regione, hanno considerato in questo territorio le chiese come parte della nostra identità e del nostro patrimonio; grazie ai parlamentari della legislatura passata e a quelli del territorio di oggi (ringrazio Francesco Critelli per sua presenza oggi qui) per mantere alta l’attenzione sulle priorità legate alla ricostruzione del sisma in Emilia. Grazie a Don Paolo Rossi e a Don Angelo per aver sorretto la comunità parrocchiale in questi anni difficili e per essersi adoperati rispettivamente nella fase di progettazione ed in quella dei lavori. Grazie alla pazienza e alla fiducia della comunità di pieve. Alle sue tante associazioni culturali, sociali e al Comitato operatori economici. Grazie alla comunità di pieve per le tante donazioni che hanno contribuito a ricostruire il patrimonio pubblico e la Collegiata di Pieve. 
Le mie parole potrebbero far pensare a qualcuno che tutto sia già finito. No, Il percorso della ricostruzione proseguirà già a partire da domani per sollecitare l’avvio dei lavori sulla Chiesa di San Rocco, con il cantiere per la nuova Biblioteca e Pinacoteca (nelle ex scuole elementari) e con gli ultimi edifici che rimangono. Non disperdiamo quello che siamo riusciti a fare. Con l’inaugurazione di oggi possiamo dire di aver fatto Pieve più bella di prima e di aver mantenuto tutti insieme la sfida che avevamo lanciato. 
Ma ricordate: ciò che dobbiamo preservare da questa esperienza è la nostra capacità di guardare al futuro, di cambiare e di innovarci mantenendo saldi i nostri legami, l’attaccamento alla nostra identità millenaria e la nostra capacità di aiutare chi ha più bisogno. Per questo spero che Pieve possa continuare ad impegnarsi per rimanere un piccolo esempio di come oggi si possa vivere Bene facendo tesoro delle tante storie che fanno la storia con la S maiuscola, promuovendo il noi anziché l’io, ovvero l’essere comunità attraverso l’inclusione ed il rispetto delle differenze che spesso possono rappresentare una grande risorsa se portate ad unità attorno ad un progetto che potrà essere una nuova storia”.

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