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Siglato il rinnovo del CCNL dei Pubblici Esercizi – il commento di Matteo Musacci presidente provinciale di Fipe Confcommercio

Un nuovo contratto per i lavoratori del settori dei Pubblici Esercizi: FIPE-Confcommercio, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, ha firmato nei giorni scorsi il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti dei settori dei Pubblici Esercizi, della Ristorazione Collettiva e Commerciale e del Turismo con le Organizzazioni Sindacali. 

Il rinnovo di questo accordo, che rappresenta il terzo contratto di lavoro più applicato nel nostro Paese dopo quello del Terziario e del settore Metalmeccanico, rappresenta un risultato particolarmente importante in vista della stagione estiva ormai alle porte – commenta Matteo Musacci, presidente provinciale e vice presidente nazionale di Fipe, che ha direttamente partecipato alla trattative a Roma – è importante dal punto di vista economico, perchè permette di mettere a terra delle risorse anche su questo territorio. Un accordo che – aggiunge Musacci – inoltre prevede dei contenuti significativi legati all’assistenza sanitaria integrativa, al tema della difesa della persona , al contrasto alla violenza di genere, contenuti che che meritano di essere sottolineati. Voglio ricordare inoltre il supporto alla genitorialità”. 

Tra le principali novità, l’aumento in busta paga di 200 euro a regime (dove il parametro di riferimento è sul 4° livello) , il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa e una durata di tre anni e mezzo, (la scadenza sarà il 31 dicembre del 2027). “L’Italia è il secondo mercato della ristorazione in Europa con un valore annuo di oltre 100 miliardi di euro, un distretto strategico per il Paese, perché inserito nella filiera agroalimentare e turistica, che vale circa il 13% del PIL nazionale ed il motivo per cui gli stranieri ritornano in Italia – conclude il presidente Musacci – Il CCNL interessa nel Paese oltre 300mila imprese ed un milione di lavoratori. Con questa recente firma si vuole attualizzare un contratto – il cui precedente rinnovo era del 2018 – alla luce dell’emergenza sanitaria, degli incrementati costi energetici  e dell’inflazione aggressiva. L’auspicio è di rendere dunque più appetibile il settore della ristorazione che negli ultimi tempi vive una difficoltà nel reperimento del personale”.