Nell’antica Rocca di Cento per tutto il periodo delle festività natalizie, fino al 7 gennaio, sarà possibile ammirare la mostra ‘Dall’Annunciazione alla Natività. Quattro secoli di incisioni’, a cura del Comune di Cento, del Centro Studi Internazionale “Il Guercino” e della Fondazione Teatro Borgatti. L’inaugurazione sarà sabato 16 dicembre, alle 18.
Grazie ad una ricca collezione d’incisioni che si trova a Cento, la collezione di Alberto e Sandra Alberghini, è possibile delineare un interessante percorso d’arte di alcuni secoli incentrato sul tema della nascita di Cristo, uno dei misteri prediletti dagli artisti di ogni epoca e scuola.
Le incisioni esposte abbracciano più di tre secoli d’arte, dalle scuole tedesche e fiamminghe, con le personalità di Martin Schongauer, Albrecht Dürer, Hendrick Goltzius, Luca di Leyda e Rembrandt, alle scuole italiane, con fogli di Federico Barocci, Ludovico Carracci, Elisabetta Sirani, Marcantonio Raimondi, Camillo Procaccini, Ludovico Mattioli, Carlo Maratti, Francesco Bartolozzi e Gaetano Gandolfi.
L’iconografia della Natività si è sviluppata nei temidell’Adorazione dei pastori, dell’Adorazione dei Magi e nella Fuga in Egitto, tutti qui rappresentati. La mostra segue l’ordine cronologico degli incisori e presenta la Natività nelle diverse tradizioni, sia nella grotta che nella capanna, quest’ultima legata al tema dei pastori, primi testimoni dell’evento miracoloso, mentre la grotta, accanto ad un edificio in rovina, ricorda la fine del paganesimo con la venuta di Cristo.
Fra i pezzi rari della mostra si segnala l’opera gioiosa di Albrecht Dürer ‘Sacra famiglia con le tre lepri’, l’‘Adorazione dei Magi’ di Luca di Leyda del 1513 e il foglio del 1506, eseguito dal bolognese Marcantonio Raimondi, ma con la firma di Dürer, a motivo di questo al centro di una vertenza per plagio intercorsa tra i due artisti agli inizi del Cinquecento. Si segnala anche la magnifica ‘Annunciazione’ di Federico Barocci, considerata fra i capolavori mondiali dell’incisione e naturalmente il genio di Rembrandt, qui rappresentato dalla ‘Presentazione di Gesù bambino al tempio’ del 1639/40. Il Settecento è testimoniato da autori quali Giovanni Battista Piranesi, Francesco Bartolozzi e Gaetano Gandolfi, sperimentatori di tecniche espressive nuove che fecero assomigliare sempre più le incisioni ai disegni.
Alcuni dipinti e sculture concludono il percorso iconografico di questa collezione: ci sono piccole tele di Francesco Da Ponte da Bassano e dei bolognesi Giovanni Andrea Sirani e Giovanni Gioseffo Dal Sole e la magnifica tavoletta del ferrarese Jacopo Bambini. È esposta anche una cartapesta tratta dalla famosa Madonna del Presepe attribuita a Donatello, collocata nella Chiesa di San Pietro di Cento e un Presepe policromo, attribuito al bolognese Filippo Scandellari, che ci riporta alla meravigliosa tradizione bolognese dei presepi in terracotta.
Orari di apertura: venerdì, sabato, domenica e festivi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. L’ingresso è gratuito.