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La Partecipanza Agraria di Cento, da lunedì 1 marzo inizierà a pagare la prima rata quinquennale

DiGiuliano Monari

Mar 1, 2021

La Partecipanza Agraria di Cento, da lunedì 1 marzo inizierà a pagare la prima rata quinquennale, del valore di mille euro, ai capisti che hanno optato per la somma in denaro al posto del capo. Nel darne comunicazione, vuole altresì rispondere ai recenti attacchi subìti, anche a mezzo della stampa locale, al fine di tutelarsi e ristabilire la corretta verità dei fatti.

In occasione della divisione ventennale 2019-2039 questo Ente ha ritenuto, come già in precedenza a partire dal 1939, di concedere ai capisti la possibilità di rinunciare ai capi, ricevendo un adeguato corrispettivo monetario.

A tal fine, l’amministrazione nel 2019 ha predisposto, per i capisti che intendessero sottoscriverla, una dichiarazione di rinuncia al capo per il ventennio 2019- 2039, pur condizionata a successiva approvazione del Consiglio, postulando un corrispettivo, all’epoca in fase di definizione, di cui si prevedeva la liquidazione in due ratei.

Ha poi affidato la definizione dell’indennizzo ad uno studio tecnico accreditato presso l’Università di Bologna, pervenendo, con un’apposita relazione, alla stima di valore di euro 4.000,00 per ogni capo rinunciato, variabile in futuro in relazione all’andamento dei canoni medi degli affitti agrari. Il Consiglio della Partecipanza ha ritenuto, vista l’impraticabilità da parte degli agricoltori di anticipare il canone decennale degli affitti dei terreni e non potendo utilizzare il capitale dell’Ente, di non poter erogare tali somme ai capisti rinuncianti in soli due ratei, ma di poterli versare in quattro ratei nel corso del ventennio 2019-2039, utilizzando a tale scopo, temporaneamente, l’avanzo di amministrazione.

Pur potendosi comprendere in certa misura una delusione dei capisti rinuncianti per la mutata cadenza dei ratei, non di meno essi erano ben consapevoli che l’opzione di rinuncia al capo e i relativi termini di fattibilità, erano stati subordinati all’approvazione del Consiglio.

Tuttavia, alcune decine di capisti si sono rivolti ad una associazione di consumatori, pretendendo sulla base di dati e conteggi inesatti di ricevere indebite maggiori somme.

Altri capisti, pochi, hanno inviato missive identiche tra loro, in cui lamentavano di essere stati ‘indotti’ a rinunciare al capo da un consigliere/magistrato/assunto della Partecipanza, di cui nessuno ha tuttavia rivelato l’identità, adombrando quindi l’uso di metodi decettivi.

Senonchè, invitati individualmente a precisare i termini concreti dell’asserita induzione, hanno fornito una nuova e diversa versione dei fatti, ammettendo di essersi determinati alla rinuncia al capo, a seguito di una pacata educata discussione e con decisione consapevole e autonoma.

Ebbene, la mala fede e gli intenti strumentali che hanno mosso gli ideatori e i sottoscrittori di siffatte comunicazioni, si evidenziano non solo dalla serialità e dall’identità testuale delle comunicazioni, ma anche e soprattutto dall’immediata ritrattazione delle adombrate accuse di induzione. Tutto ciò fa ritenere che sia in atto una manovra orchestrata e tesa, per motivi che non è dato conoscere (pur potendosene indovinare finalità pseudo-politiche), a screditare la Partecipanza Agraria di Cento, che non esclude di tutelarsi, agendo per vie legali.

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