«Molte persone stanno guarendo dal “coronavirus”, nonostante non ci sia un rimedio universalmente accettato come “miglior cura possibile”: vorremmo sapere qual è l’indirizzo terapeutico concordato con i medici nelle strutture sanitarie regionali e quali sono, ad oggi, le terapie somministrate». Il consigliere regionale Fabio Bergamini (Lega) vuole chiarezza sulla curva dei guariti che sta progressivamente superando quella dei nuovi contagiati. Perché, dopo settimane di chiusura totale del Paese, non è stato possibile conoscere il dettaglio delle terapie somministrate ai pazienti emiliano-romagnoli. L’unica cosa certa è il fatto che lo scorso 15 aprile la Direzione generale per la Cura della persona, salute e welfare della Regione ha pubblicato il documento recante: “Indirizzi terapeutici della Regione E-R per il trattamento della infezione da Covid-19”, concordato con tutte le Ausl provinciali. Dal quale si evince il fatto che una cura («termine che sembra diventato tabù nei notiziari e nei programmi di approfondimento») al momento sarebbe “ignota”. Nelle premesse del documento regionale, compare solamente un vago riferimento al fatto che si è reso necessario concordare con i professionisti una strategia terapeutica comune, nel merito dei farmaci da somministrare ai pazienti, rispetto alle premesse teoriche di efficacia che hanno dimostrato studi in vitro, su animali o sull’uomo e dei dati disponibili negli studi clinici ed in particolare nei pazienti Covid-19. «Come si può ben capire – incalza Bergamini – si tratta di un documento di indirizzo che ci si proponeva di revisionare in maniera costante, sulla base delle esperienze acquisite nel corso di questa emergenza sanitaria. Sappiamo che numerosi cittadini emiliano-romagnoli sono stati soggetti a terapie e sono stati dimessi con esito positivo dagli ospedali della regione. Sarebbe, quindi, opportuno che fosse fatta chiarezza in merito ai trattamenti anti-Covid-19». Per queste motivazioni, Fabio Bergamini ha depositato nelle scorse ore un’interrogazione in Assemblea Legislativa. Con l’intenzione di richiedere all’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, ed al commissario straordinario Sergio Venturi, quanti siano (provincia per provincia) i soggetti sottoposti ai trattamenti. Di che tipo siano questi ultimi e quali siano state le risposte alle terapie. «I tempi di un vaccino potrebbero essere medio-lunghi, nonostante svariati centri di ricerca in giro per il mondo ci stiano lavorando – sottolinea Bergamini –. E’ quindi importante poter socializzare i risultati delle terapie che, ad oggi, vengono somministrate ai pazienti affetti da “coronavirus”».
