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Il segretario comunale della Lega Nord di Cento, Marco Pettazzoni, chiede conto all’Amministrazione degli effetti del “dopo” Mario Pedaci

DiGiuliano Monari

Gen 21, 2015

marco pettazzoni150«Ovunque, le dimissioni di un vicesindaco in carica, a circa 1 anno e mezzo dalle elezioni, produrrebbero un terremoto politico, ma stranamente vedo in città bocche cucite, sull’intera vicenda, la quale ha il sapore del surreale.» E’ il segretario comunale della Lega Nord, Marco Pettazzoni, a rompere il muro di silenzio creatosi dopo le “surreali” dimissioni del vice-sindaco, Mario Pedaci, arrivate come un fulmine a ciel sereno sul tavolo del sindaco di Cento, Piero Lodi, dopo la nomina della moglie del vice-sindaco, nell’Ente Territorio. Un organismo, a totale partecipazione pubblica che dovrebbe, sull’esempio di altre realtà simili create in comuni di centro-sinistra, gestire tutti i più importanti eventi della città. Dunque, per evitare conflitti di interesse, Mario Pedaci ha fatto un passo indietro dovuto: «Il sindaco – attacca Pettazzoni – si è limitato a dire che attenderà con le dimissioni sul tavolo che la vicenda si risolva, ma vorrei capire quelle che sono le conseguenze politiche della vicenda. Che ne sarà, per esempio, delle funzioni di Pedaci, delle deleghe su Servizi Demografici, Affari Istituzionali e Segreteria Generale, Ambiente e Beni comuni, Patrimonio, le funzioni di coordinamento della Polizia Municipale e in materia di Sicurezza, ed inoltre le deleghe su Igiene pubblica e Integrazione sociale. Tutti temi sensibili, che in questo momento saranno forse coperti ad interim dal sindaco Lodi, ma che necessitano di una persona competente per essere sviluppati: penso alla sicurezza locale e all’integrazione. Non possiamo permetterci, in una fase centrale anche per la ricostruzione, di avere un municipio che funziona in “modalità provvisoria”, come un’auto in panne. Vorremmo certezza e celerità decisionale, elementi che spesso sono mancati in passato. Oggi, siamo preoccupati – sottolinea Pettazzoni – dal silenzio che accompagna un fatto gravissimo, come l’abbandono ad un anno e mezzo dal voto del vicesindaco in carica.»

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