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progeto vitaNata dall’associazione “Il cuore di Piacenza onlus” con l’obiettivo di aumentare la sopravvivenza dopo un arresto cardiaco e diffondere la cultura dell’emergenza cardiologica, l’applicazione “progetto vita” è la prima app europea di defibrillazione precoce

Ogni anno In Italia più di 60.000 persone perdono la vita a causa di un arresto cardiaco. In questi casi la sopravvivenza è soltanto del 2% ma sale al 50% in caso di defibrillazione precoce. Il Progetto Vita è il primo progetto europeo di defibrillazione precoce pensato proprio per prevenire la morte improvvisa dovuta ad arresto cardiaco con l’obiettivo di riuscire ad intervenire entro i “cinque minuti d’oro” dall’insorgenza dell’arresto cardiaco nell’attesa dell’arrivo dell’ ambulanza. L’applicazione, gratuita e compatibile con tutti i dispositivi, permette di chiamare il 118 e attivare così una rete di soccorso locale allertando i volontari presenti nelle vicinanze che hanno installato l’app e che possono così correre in nostro aiuto. Nel menù è presente la lista di tutti i defibrillatori (DAE) disponibili nel raggio di 10 Km elencati in ordine di distanza e la relativa mappa per raggiungerli. Ogni richiesta di soccorso contiene l’indirizzo dell’emergenza e la possibilità di chiamare chi ha bisogno di aiuto. Niente a che vedere con le app del momento che riguardano Pikachu & Co.

Lo scorso giugno European Resuscitation Council ha pubblicato (ERC) lo studio “EuReCa One, 27 nazioni, in Europa, un registro: analisi prospettica per un mese della prognosi da arresto cardiaco extra ospedaliero in 27 Paesi Europei” che fotografa il fenomeno della morte improvvisa per arresto cardiaco in Europa e in Italia. I dati raccolti nei 27 Paesi europei coinvolti nel progetto hanno prodotto risultati per 10.682 arresti cardiaci su una popolazione stimata di 174 milioni di persone. «La creazione di un Registro europeo degli arresti cardiaci è da considerarsi fondamentale per migliorare l’assistenza ai pazienti», dichiara il dottor Giuseppe Ristagno, coordinatore del Comitato Scientifico di IRC. 8 centri italiani hanno lavorato alla raccolta dei dati nel mese di ottobre 2014, per un totale di 773 arresti cardiaci su una popolazione stimata di 8 milioni di abitanti.

 

L’Italia è stata uno dei primi Paesi che ha esteso ai laici l’utilizzo di tale terapia, indispensabile in caso di arresto cardiaco. Il DAE (Defibrillatore Semiautomatico Esterno) è uno strumento che risulta indispensabile durante l’attesa dei soccorsi che, se non presenti sul posto, impiegheranno inevitabilmente del tempo per arrivare. E proprio il tempo è il nemico principale dell’arresto cardiaco. Grazie alla legge n.120 del 3 Aprile 2001, in Italia il DAE può essere utilizzato anche da personale non sanitario, purché in possesso dell’attestato di abilitazione al BLS-D (Corso di Primo Soccorso con Defibrillatore) per prestare soccorso ad una vittima di morte cardiaca improvvisa. I corsi BLSD (Basic Life Support – Defribillation ) hanno un costo irrisorio e vengono organizzati, previo accreditamento, da università, organizzazioni medico-scientifiche senza scopo di lucro ed enti nazionali senza scopo di lucro che operano nei settori dell’emergenza in collaborazione con regioni, aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere e 118. Prima di questa legge, la manovra di defibrillazione era considerata a tutti gli effetti un atto medico e in assenza di specifiche normative valevano gli articoli di legge e i provvedimenti riguardanti il soccorso d’emergenza a persone ferite. Niente paura, i DAE vi parlano e analizzano automaticamente il ritmo cardiaco stabilendo la necessità della scarica e rendendo la manovra estremamente semplice e alla portata di tutti.

Pensiamo all’incredibile morte del calciatore Piermario Morosini avvenuta nell’aprile del 2012. Proprio in quell’anno arrivò il decreto Balduzzi che obbligava le associazioni e le società sportive dilettantistiche a dotarsi di defibrillatore semiautomatico e a formare il personale abilitato all’uso. La dotazione dei DAE è oggi un obbligo legale che scatterà il 30 novembre 2016, dopo la proroga apportata lo scorso 11 gennaio al decreto che concesse altri 6 mesi di tempo, e il 20 luglio. Nell’antologia dei soccorsi troviamo anche dimostrazioni di buone pratiche. Risale a pochi giorni fa il malore di un operaio colto da arresto cardiaco sul posto di lavoro a Livorno che è stato soccorso e defibrillato dai suoi colleghi; è vivo. Questo dimostra che attivarsi e cercare di effettuare le manovre base di rianimazione cardiopolmonare non è una moralità riservata ai supereroi. In molte regioni è in atto da tempo una mobilitazione al soccorso cardiopolmonare e non è difficile trovare esempi virtuosi come quello di Chiusi della Verna in provincia di Arezzo, dimora di San Francesco e dell’infanzia di Michelangelo Buonarroti, dove anche i frati del noto santuario hanno partecipato al corso blsd per essere preparati in caso di arresto cardiaco. Con molta probabilità, in questo mondo, l’app del Progetto vita non supererà mai il record di download di PoKèmon Go. Resta la speranza che la nostra eventuale notifica di richiesta di soccorso arrivi a qualcuno disponibile e non a chi è troppo concentrato a catturare in giro Charmander e Chikorita.